Elon Musk ha cambiato profondamente Twitter dopo averlo acquistato: come funzionerà adesso e quanto costa l’abbonamento.
L’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk ha portato ad una serie di polemiche, ma anche e soprattutto ad una nuova epoca dei social network. Il multimiliardario ha infatti deciso di modificare il modello di business alla base del social, rendendolo di fatto un servizio in abbonamento per chiunque fosse interessato ad avere un’esperienza il più completa e tutelata possibile.
Tutto passa dalla decisione di eliminare le spunte blu ottenute in precedenza da quegli account considerati “certificati“. Per ottenere questo titolo, in precedenza bisognava seguire delle linee guida che permettevano di attestare senza il minimo dubbio che quell’account apparteneva alla persona fisica (il vip, il giornalista o il politico di turno), ma soprattutto per attestare che da quell’account non provenivano notizie fake o contenuti dannosi per la community.
Mantenere un comportamento virtuoso permetteva dunque agli utenti più influenti (per ottenerlo bisognava avere un numero ingente di follower) di guadagnare un trademark che di fatto bloccava i profili fittizzi. Una volta ottenuta la spunta blu, infatti, gli utenti erano sicuri di quale fosse il profilo ufficiale del vip che volevano seguire, mentre i vip avevano la certezza che i potenziali follower si disperdessero seguendo account fittizzi o fanpage.
L’attuale proprietario di Twitter ha deciso di abolire le spunte blu precedentemente guadagnate. Adesso infatti, per far sì che il proprio account risulti certificato bisognerà pagare un abbonamento mensile da 8 dollari (qui da noi 8 euro) o uno annuale da 84 dollari. Una decisione che ha fatto infuriare diversi utenti vip tra cui Stephen King, il quale ha già dichiarato di non avere alcuna intenzione di pagare un abbonamento.
Secondo Musk la versione premium aiuterà l’utenza ad avere un’esperienza migliore. Questo perché il costo dell’abbonamento dovrebbe assicurare la diminuzione di bot e account fake. Ma anche perché agli abbonati sono concesse una serie di migliorie: modificare i tweet già scritti, scrivere tweet più lunghi (fino a 4000 parole), condividere video più lunghi, cancellare o modificare il tweet prima che sia visibile agli altri utenti e ottenere informazioni o contenuti maggiormente attinenti a quella che è la rete d’interessi indicata.
Insomma l’esperienza premium su Twitter sarà maggiormente elitaria e per questo più controllata e meno rischiosa. Almeno secondo le previsioni dell’attuale dirigenza. Non è escluso infatti che i malintenzionati paghino l’abbonamento allo scopo di diffondere fake news e truffe con l’ausilio di una spunta blu che in teoria dovrebbe assicurare maggiore controllo e sicurezza.
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