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Contributi e assegno di invalidità, come si calcola la pensione: l’importo che non immagini

In che modo si calcola la pensione in riferimento all’assegno di invalidità percepito? È molto più semplice di quanto si pensi.

Nell’ultimo periodo il tema delle pensioni è tornato al centro del dibattito, con il Governo Meloni intenzionato a riformare il sistema entro il prossimo anno. Tuttavia, lo Stato dovrà fare i conti anche con le conseguenze dell’inflazione, che sta mettendo sempre più in difficoltà la popolazione. Una domanda molto frequente ha a che vedere con il calcolo della pensione in riferimento all’assegno di invalidità: in che modo bisogna procedere?

Contributi e assegno di invalidità: ecco in che modo calcolare la pensione – grantennistoscana.it

L’assegno di invalidità è una misura riservata ai lavoratori che, per via una determinata infermità (fisica o mentale che sia) presentano una ridotta capacità lavorativa. Per poter accedere all’erogazione è necessario presentare una domanda all’INPS, nella quale l’invalidità deve essere accertata.

Possono usufruire della prestazione economica i lavoratori dipendenti, ma anche gli autonomi (artigiani, coltivatori e commercianti sono compresi). Lo stesso vale per le persone iscritte a determinati fondi di pensione. I dipendenti del settore pubblico, invece, sono esclusi.

Assegno di invalidità, a chi è riservato e in che modo si ottiene

I ricettori di assegno di invalidità devono soddisfare due prerequisiti in particolare. L’infermità, innanzitutto, deve determinare una diminuzione delle capacità lavorative parti a due terzi. Ciò, tuttavia, non viene confermato facendo ricorso alle tradizionali tabelle utilizzate per valutare l’infermità di un individuo.

Cos’è l’assegno di invalidità e a chi è riservato – grantennistoscana.it

Al contrario, ci si basa sulle abilità personali di ciascun richiedente, con una considerazione della loro riduzione caso per caso. Inoltre, i lavoratori devono avere un minimo di 260 contributi alla settimana (corrispondenti a 5 anni di contribuzione e di assicurazione). Di questi, è necessario che almeno 156 settimane (ossia 3 anni) rientrino nei 5 anni precedenti la richiesta di assegno.

La prestazione non deve essere confusa con la pensione di invalidità, che può essere ottenuta dai soggetti impossibilitati a lavorare poiché presentano un’infermità totale e che richiede uno stop delle proprie attività da parte del diretto interessato. Una persona che percepisce l’assegno di invalidità, invece, può continuare a svolgere un lavoro, senza dover rinunciare alla misura.

Chi possiede entrambi i prerequisiti, ha la possibilità di presentare domanda all’INPS per via telematica. La richiesta può essere inviata tramite il portare apposito dell’Istituto della Previdenza Sociale (sul sito www.inps.it). In alternativa, si può contattare il numero 803164 (da rete fissa) oppure 06164164 (da cellulare) per parlare direttamente con il contact center dell’ente. Altrimenti ci si può rivolgere ai patronati e alle altre sedi.

Cosa succede quando si raggiunge l’età pensionabile? Tutto quello che c’è da sapere

La cifra elargita ai richiedenti dipende dei contributi che vengono versati da questi ultimi. L’assegno ha una durata di tre anni. Al suo scadere, in ogni caso, è possibile rinnovare la richiesta. Tuttavia, è bene tenere a mente che l’INPS gode della facoltà di revisione. L’ente, dunque, può procedere con controlli sia medici che legali per garantire che tutto venga svolto nel rispetto della legge.

L’INPS ha la possibilità di effettuare controlli ai percettori di assegno di invalidità (Ansa) – grantennistoscana.it

Ma cosa succede quando coloro che percepiscono l’assegno di invalidità raggiungono l’età pensionabile? A differenza di quanto credono molte persone, non viene effettuato nessun nuovo calcolo prendendo in considerazione, per esempio, il periodo di tempo di contribuzione precedente l’elargizione della prestazione stessa. Il procedimento, in realtà, è molto più facile di quanto si pensi.

La prestazione economica legata ad infermità fisica o mentale viene semplicemente convertita in pensione. Come spiegato dalla legge 222 del 1984, inoltre, “a tal fine i periodi di godimento dell’assegno nei quali non sia stata prestata attività lavorativa si considerano utili ai fini del diritto e non anche della misura della pensione stessa”. Cosa vuol dire?

Se un lavorato ha trascorso periodi di tempo senza lavorare, percependo solamente l’assegno di invalidità, questi verranno calcolati esclusivamente per diritto. Non saranno, pero, conteggiati nella pensione. Gli anni di attività lavorativa, invece, verranno compresi nel calcolo di quest’ultima. La prestazione di invalidità, quindi, si trasforma in via del tutto automatica: basterà solamente aver soddisfatto i requisiti di contribuzione e di assicurazione.

Cindy Delfini

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