Dichiarazione ISEE sbagliata, ecco come correggerla: i passaggi da seguire

La presentazione di una dichiarazione Isee completa e corretta è fondamentale per l’accesso a tutta una serie di prestazioni.

La data da cerchiare sul calendario è il prossimo 31 dicembre. L’Istituto nazionale di previdenza sociale ha fissato quel termine per la regolarizzazione di ogni errore, incongruenza e difformità nell’Isee. Come sicuramente già sapete, l’Isee è quel documento che certifica la situazione economica del nucleo familiare in un dato momento. Ed è in base al valore Isee che si ha accesso a bonus e prestazioni agevolate. Vediamo insieme qual è la procedura e chi sono i contribuenti che dovrebbero mettersi subito in moto, onde evitare pesanti penalizzazioni economiche.

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In caso di rilevazione di un errore nella dichiarazione Isee, la conseguenza immediata è una riduzione della somma erogata al beneficiario di prestazioni come l’Assegno unico. (Grantennistoscana.it)

È fondamentale attivarsi per sanare ogni errore e regolarizzare la propria posizione onde evitare il taglio di una serie di prestazioni legate al rispetto di criteri Isee. A partire dall’Assegno universale per i nuclei con figli a carico. L’errata presentazione della Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), infatti, genera un “indicatore difforme” che ha come immediata conseguenza una rimodulazione del sussidio, ovviamente penalizzante per il contribuente beneficiario. Ecco tutti i numeri.

Il costo salato di un Isee “difforme”

In caso di rilevazione di un errore nella dichiarazione Isee, la conseguenza immediata è una riduzione della somma erogata all’importo minimo, riservato a chi ha un Isee superiore a 43mila euro annuo o non lo ha presentato. Non si tratta di casi isolati: secondo l’Inps, dei 6,2 milioni di beneficiari, ben 66mila le famiglie devono mettersi in regola (paro a circa l’1%).

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Tra gli errori più comuni finora riscontrati figura la mancata inclusione nel computo di conti corrente, anche cointestati. (Grantennistoscana.it)

Come accennato, l’ente previdenziale ha comunicato alle famiglie beneficiare che il 31 dicembre 2023 scade il termine per la correzione dell’Isee. Tra gli errori più comuni finora riscontrati figura la mancata inclusione nel computo di conti corrente, anche cointestati, ma anche l’omessa indicazione di investimenti dati per chiusi ma ancora attivi oppure la presenza di dati errati forniti dal datore di lavoro o dal Centro di assistenza fiscale. Insomma, piccole dimenticanze o sviste che però possono costare caro per chi ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese e conta su anche poche decine di euro in più.

Insomma, entro il 31 dicembre di quest’anno vanno corretti i dati dei beneficiari dell’Assegno unico universale, pena il taglio dell’aiuto al minimo previsto per gli “indicatori difformi. Ricordiamo che l’Assegno unico universale è un contributo che lo Stato riconosce alle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni. L’importo varia in base a una serie di parametri, come l’età anagrafica, la presenza di figli disabili e la situazione economica del nucleo nel suo complesso, certificata proprio dall’Isee aggiornato.

La normativa prevede che le famiglie con “indicatori difformi” e che non provvedono a mettersi in regola ricevano un sussidio di importo minimo, lo stesso che viene concesso ai nuclei con Isee superiore a 43mila euro o a quelli che non hanno presentato l’apposita domanda. Si tratta di 54 euro al mese per ogni figlio minorenne, e di 27 euro per quelli tra i 18 e i 21 anni se studenti o disoccupati. Gli importi sono invece variabili in caso di figli affetti da disabilità.

Come correggere un Isee sbagliato

L’Inps ha avvisato che le famiglie alle quali è stata recapitata una comunicazione di difformità dovranno mettersi in regola, come? Presentando una nuova Dichiarazione unica sostitutiva (Dsu) senza anomalie. Se l’errore o gli errori sono stati generati dal consulente/intermediario, come un Caf, i beneficiari potranno chiedere a quest’ultimo di rettificare la dichiarazione. Oppure possono presentare all’Inps la documentazione che attesta la veridicità dei dati. Se la procedura di correzione va a buon fine, le famiglie riceveranno l’assegno di importo corretto, comprensivo anche di eventuali arretrati.

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Le famiglie alle quali è stata recapitata una comunicazione di difformità dovranno mettersi in regola presentando una nuova Dichiarazione unica sostitutiva (Dsu) senza anomalie. (Grantennistoscana.it)

Per richiedere la certificazione Isee occorre una serie di informazioni e di documenti del contribuente.

  • Codice fiscale e Documento di identità.
  • Codice fiscale di tutti i componenti del nucleo familiare ed eventualmente del coniuge non residente e del figlio a carico non residente (se il figlio non è coniugato o se non ha figli o se è di età inferiore a 26 anni).
  • Contratto di affitto registrato (in caso di residenza in locazione).
  • Patrimonio mobiliare, saldo al 31/12/2021 (conto corrente, carta prepagata, libretto di risparmio, conto deposito titoli e obbligazioni, buoni fruttiferi, assicurazione sulla vita).
  • Patrimonio Immobiliare al 31/12/2021 (visura catastale di tutti i fabbricati e terreni ubicati in Italia e debito residuo del mutuo per acquisto di immobili).
  • Eventuale targa di autoveicoli, motoveicoli superiori a 500 cc, navi o imbarcazioni da diporto intestati al nucleo familiare.
  • Attività finanziarie possedute all’estero.
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