Il fuoriclasse serbo, ancora lontano da una forma che forse mai più tornerà a certi livelli, ha tirato la volata ad uno dei suoi più grandi rivali
Forse non ne ha più. E non per una questione di motivazioni, come in tanti si erano affannati a dire per giustificare alcune delle recenti magre figure del leggendario tennista serbo. Forse i quasi 38 anni segnati sulla carta d’identità hanno iniziato a chiedere il conto. Tutto sommato nemmeno troppo all’improvviso, considerando che nel 2024 Nole ha incamerato un solo torneo. Forse il più importante per lui – l’oro Olimpico a Parigi 2024, l’ultimo che mancava alla sua impareggiabile bacheca – ma comunque non utile a raggiungere la fatidica quota di 100 titoli nel circuito ATP. Un traguardo che Djokovic proprio non riesce a tagliare.

Ci è andato vicino – sebbene abbia perso in due set la finale contro Jakub Mensik – in Florida, nel secondo delle due competizioni americane sul cemento, ma prima e dopo Miami il nativo di Belgrado ha di fatto collezionato solo eliminazioni al primo turno.
È accaduto tanto ad Indian Wells quanto a Monte Carlo, così come a Madrid, battuto da Matteo Arnaldi in una giornata che resterà per sempre scolpita nella memoria del tennista sanremese. Sembra non averne più, Djokovic. Con lui, che non ha escluso di aver disputato la sua ultima partita di sempre sul ‘rosso’ della capitale spagnola, se ne sta andando l’ultimo baluardo dei ‘Big Three’, il triumvirato che ha dominato la scena del tennis mondiale negli ultimi 20 anni abbondanti.
Djokovic, dal tramonto all’investitura di Alcaraz
“Ci vuole tempo affinché il pubblico accetti che Federer e Nadal non giocano più”, si legge nelle dichiarazioni del serbo a Madrid. “Un giorno toccherà anche a me. Sto cercando di restare lì e rappresentare la vecchia guardia ma la sport è più importante di ogni individuo e non siamo tutti qui al servizio del tennis“, ha poi aggiunto.

Djokovic ha poi di fatto incensato uno dei suoi più grandi avversari del suo malinconico fine carriera, quel Carlos Alcaraz contro cui ha giocato match in cui in ballo c’era davvero tanto.
“Carlitos ha fatto qualcosa che nessuno è mai riuscito a fare nella storia del tennis alla sua età. Le probabilità sono tutte dalla sua parte. Sono convinto che completerà lo Slam molto presto“, ha concluso. Senza, in questa sede, fare alcun accenno a chi, forse più dello spagnolo, sta ora scrivendo la storia del tennis. Tale Jannik Sinner da San Candido, Italia.