Dopo una vita di lavoro paghi le tasse anche sulla pensione, lo sapevi? | Quanto si tiene lo Stato

Anche sulla pensione, come sullo stipendio, ci sono delle tasse da pagare. Ecco quanto dell’assegno finisce nelle tasche dello Stato.

Sull’importo lordo vengono applicate infatti le aliquote Irpef oltre alle addizionali regionali e comunali. Così è tassata la pensione dopo una vita passata a lavorare.

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Il Fisco non risparmia neanche le pensioni: anche qui ci sono tasse da pagare – grantennistoscana.it

In Italia, si lamentano spesso i contribuenti, c’è una tassa da pagare per ogni cosa. In effetti la pressione fiscale nel 2022 ha toccato la cifra record del 43,8% del Pil.

Un dato che ci proietta al quinto posto per peso fiscale nell’Europa a 27, dietro a Danimarca (49% del Pil), Francia (47%), Belgio (45,4%) e Austria (43,6%).

Italia: una Repubblica (af)fondata sulle tasse?

È cosa nota che i politici infatti fanno a gara a denunciare l’oppressione fiscale, con promesse a non finire a ogni giro di campagna elettorale. Anche se poi, a ben vedere, si scopre che il peso del fisco non è uguale per tutti. In Italia circa il 21% dei contribuenti paga il 71% dell’Irpef. Senza contare che, stando ai dati del Mef nel 2022, gli italiani che fanno la dichiarazione dei redditi sono circa 41 milioni. Ma quelli che pagano almeno 1 euro di Irpef sono soltanto 30 milioni.

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È vero che la pressione fiscale in Italia è tra le più alte in Europa, ma è altrettanto vero che non tutti ne sentono i peso allo stesso modo – grantennistoscana.it

Il che significa, come ha fatto notare Alberto Brambilla sul Corriere della Sera, che circa la metà degli italiani vive “a carico” di qualcuno altro non pagando nulla di tasse ma beneficiando di tutti i servizi gratis, a cominciare dalla sanità.

Fanno riflettere poi altri dati. A parte quelli arcinoti che ci vedono in testa alle classifiche dell’evasione fiscale, fa riflettere sapere che ogni anno gli italiani spendono più di 130 miliardi in giochi e lotterie. Inoltre in Europa siamo al secondo posto per il possesso di pets, di animali da compagnia, e in prima posizione per prime e seconde case, auto, telefonia, abbonamenti a tv a pagamento.

Ecco perché anche sulle pensioni bisogna pagare le tasse

Comunque la si voglia vedere resta il fatto che, anche per quelli che restano a pagarle (pochi o tanti che siano), le tasse in Italia non sono certo poche. E forse non tutti sanno che pure sulla pensione ci sono delle tasse da pagare. Già, perché anche la pensione viene considerata alla pari di un reddito da lavoro dipendente. E perciò, come accade con lo stipendio, c’è una tassazione da pagare.

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Anche le pensioni sono soggette a tassazione come i redditi da lavoro dipendente – grantennistoscana.it

Dunque ogni mese il Fisco si “trattiene” una buona parte della pensione rendendola ancor più magra di quanto già non sia. La pensione è esente da tasse soltanto in caso: quando è così bassa da rientrare in una “no tax area” per chi ha un reddito annuale da pensione che non supera gli 8.500 euro.

Quali sono le tasse da pagare sulla pensione? Uguali per tutti ci sono le aliquote Irpef, come per i redditi da lavoro dipendente. Nel caso delle pensioni però è l’Inps a sostituirsi al Fisco trattenendo ogni mese l’Irpef sull’importo della pensione lorda. Oltre alle aliquote Irpef ci sono poi da aggiungere le addizionali regionali e comunali che naturalmente variano in base alla zona di residenza del pensionato.

Aliquote Irpef sulla pensione, a quanto ammontano

Anche per la pensione la tassazione è proporzionale al reddito (più è alto il reddito, maggiore sarà l’aliquota da applicare). E anche nel caso delle pensioni il peso delle tasse può essere ridotto grazie alle detrazioni del reddito, che permettono di abbassare l’Irpef.

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Ecco l’elenco delle aliquote Irpef da applicare al reddito da pensione – grantennistoscana.it

Ma quali sono le aliquote Irpef da applicare al reddito da pensione? Molto simili a quelle dei lavoratori dipendenti (ad eccezione della no tax area, che come detto per i pensionati è a 8.500 euro).

  • 23% per i redditi fino a 15.000 euro,
  • 25% per i redditi oltre i 15.000 euro e fino a 28.000 euro;
  • 35%, per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • 43% sulla parte di reddito che eccede i 50.000 euro.

La legge di bilancio 2022 infatti ha diminuito il numero delle aliquote Irpef, portate dalle precedenti 5 alle 4 di adesso. A essere favoriti dal taglio delle aliquote sono stati soprattutto i pensionati con un reddito superiore a 35.000 euro, grazie all’innalzamento a 8.500 della soglia della no tax area, oltre che per l’abbassamento dell’aliquota Irpef sui redditi superiori a 28.000 euro.

Aliquote delle addizionali regionali e comunali

Come detto, sulla pensione vanno poi applicate anche delle addizionali regionali e comunali: la percentuale dell’addizionale varia in base alla residenza del pensionato.

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Oltre alle aliquote Irpef ci sono anche le addizionali regionali e comunali – grantennistoscana.it

A decidere se applicare un’unica aliquota oppure diversificata a seconda della fascia di reddito sono le singole Regioni e i Comuni. Ecco le aliquote adottate dalle Regioni italiane:

  • Abruzzo: 1,73%
  • Basilicata: 1,23%
  • Provincia autonoma di Bolzano: 1,23% (fino a 50.000 euro), 1,73% (da oltre 50.000 in su)
  • Calabria: 1,73%
  • Campania: 1,73% (fino a 15.000 euro), 2,96% (oltre 15.000 fino a 28.000 euro), 3,2% (oltre 28.000 fino a 50.000 euro), 3.33% (oltre 50.000 euro)
  • Emilia Romagna: 1,33% (fino a 15.000 euro), 1,93% (oltre 15.000 euro fino a 28.000 euro), 2,03% (oltre 28.000 euro fino a 50.000 euro), 2,27% (oltre 50.000 euro)
  • Friuli Venezia-Giulia: 0,70% (fino a 15.000 euro), 1,23% (oltre 15.000 euro)
  • Lazio: 1,73% (fino a 15.000 euro), 3,33% (oltre 15.000 euro)
  • Liguria: 1,23% (fino a 15.000 euro), 1,79% (oltre 15.000 euro fino a 28.000 euro), 2,31% (oltre 28.0000 euro fino 50.000 euro), 2,32% (oltre 50.000 euro)
  • Lombardia: 1,23% (fino a 15.000 euro), 1,58% (oltre 15.000 euro fino a 28.000 euro), 1,72% (oltre 28.0000 euro fino a 50.000 euro), 1,73% (oltre 50.000 euro)
  • Marche: 1,23% (fino a 15.000 euro), 1,70% (oltre 15.000 euro fino a 28.000 euro), 1,70% (oltre 28.000 euro fino a 50.000 euro), 1,73% (oltre 50.000 euro)
  • Molise: 1,73% (fino a 15.000 euro), 1,93% (oltre 15.000 euro fino a 28.000 euro), 2,13% (oltre 28.000 euro fino a 50.000 euro), 2,33% (oltre 50.000 euro)
  • Piemonte: 1,62% (fino a 15.000 euro), 2,13% (oltre 15.000 euro fino a 28.000 euro), 2,75% (oltre 28.000 euro fino a 50.000 euro), 3,33% (oltre 50.000 euro)
  • Puglia: 1,33% (fino a 15.000 euro), 1,43% (oltre 15.000 euro fino a 28.000 euro), 1,63% (oltre 28.000 euro fino a 50.000 euro), 1,85% (oltre 50.000 euro)
  • Sardegna: 1,23%
  • Sicilia: 1,23%
  • Toscana: 1,42% (fino a 15.000 euro), 1,43% (oltre 15.000 euro fino a 28.000 euro), 1,68% (oltre 28.000 euro fino a 50.000 euro), 1,73% (oltre 50.000 euro)
  • Provincia autonoma di Trento: 1,23% (fino a 50.000 euro), 1,73% (oltre 50.000 euro)
  • Umbria: 1,23% (fino a 15.000 euro), 1,62% (oltre 15.000 euro fino a 28.000 euro), 1,67% (oltre 28.000 euro fino a 50.000 euro), 1,83% (oltre 50.000 euro
  • Valle d’Aosta: 1,23% (solo a partire dai redditi oltre 15.000 euro)
  • Veneto: 1,23%

Le aliquote delle addizionali comunali invece sono consultabili grazie al servizio online messo a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) dopo aver indicato il Comune interessato.

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