Il cantautore Eugenio Finardi torna in televisione per raccontarsi a viso aperto: nel suo intervento spazio ai temi più sentiti della sua lunga carriera.
Sarà ospite di La Confessione, su Rai3, il cantautore Eugenio Finardi, una delle voci più autentiche e controcorrente della musica italiana, artista poliedrico con oltre cinquant’anni di carriera alle spalle che attraversano rock, canzone d’autore e riflessioni sull’esistenza. Nel corso della sua vita artistica, ha scritto brani che senza filtri hanno raccontato non solo il suo percorso artistico, ma anche le battaglie personali che ne hanno segnato la crescita umana.
Finardi, in più di un’occasione, ha parlato apertamente degli eccessi giovanili legati alle droghe, un capitolo di dolore e scoperta che ha attraversato gli anni della contestazione e della libertà fragile tipici della sua generazione, fino alla decisione di affrontare e superare quegli anni bui. Del resto, uno dei suoi brani più famosi, ovvero Extraterrestre, affronta con grande capacità linguistica proprio il tema dell’uso di sostanze stupefacenti.
Un nodo cruciale della sua esistenza è rappresentato dalla nascita della sua primogenita, Elettra, affetta da sindrome di Down e venuta al mondo nel 1982. Questo evento non solo ha cambiato profondamente la sua prospettiva personale, portandolo ad un percorso di terapia e responsabilità, ma ha anche influenzato la sua musica e la sua attenzione ai temi dell’accettazione e della diversità, come emerge proprio nelle canzoni che ha dedicato alla figlia.
“Ho provato tutte le droghe e ne ho pagato le conseguenze” – ha spiegato Eugenio Finardi al Corriere della Sera – “Ci sono entrato come tutti, era facile, si faceva”. Poi appunto la nascita di Elettra ha cambiato davvero ogni modo di vedere le cose: “Sono entrato in comunità e ho fatto il percorso terapeutico”. Quando parla della droga e di quei periodi, racconta ancora: “Di eroina si moriva per overdose, ma io ho avuto più amici morti per cocaina o per abuso di alcol”.
Finardi ha affrontato nei suoi scritti e nelle interviste anche le fragilità fisiche e le riflessioni sulla salute, temi che si intrecciano con la maturità artistica e umana di un uomo che, a più di settant’anni, porta sul palco e davanti alle telecamere non solo le sue canzoni, ma anche la sua storia personale: una storia che oggi deve fare i conti anche con una malattia che ha in qualche modo cambiato la sua vita e la sua carriera artistica.
Il cantautore ha spiegato che è “quasi sordo” a causa di un acufene molto intenso, un disturbo caratterizzato da fischi e suoni percepiti nelle orecchie in assenza di stimoli esterni, che gli provoca una perdita dell’udito e lo costringe a convivere con un rumore continuo e fastidioso. Questa patologia, che è invalidante, influenza fortemente la sua esperienza musicale e la performance dal vivo ed è legata a molti fattori, dall’invecchiamento fino all’esposizione a volumi alti, conseguenza della sua attività artistica.
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