Il tennista toscano, entrato finalmente nella Top Ten del ranking, incassa la profezia della leggenda azzurra: il giudizio è netto
C’era da dare un segnale, e lui lo ha dato. Forte e chiaro. Forse anche maggiore di quello che gli si chiedeva. Di quello che ci si sarebbe potuti aspettare. Lorenzo Musetti, nuovo look e nuovo sponsor tecnico – dallo scorso gennaio – quasi a suggellare un cambio di rotta nella sua carriera, ha fatto quello ‘switch’ che i suoi tifosi gli chiedevano da tempo.

Forse quella molla è scattata paradossalmente dopo una sconfitta, quella contro Novak Djokovic a Miami, quando il carrarino era apparso più arrendevole che mai. Passivo. Rassegnato al suo destino. Incapace di reagire. Raccolte le energie fisiche e mentali, il bronzo Olimpico a Parigi 2024 ha (ri)scoperto un aspetto del suo stare in campo che forse non si era mai visto.
Quel ‘click‘ è scattato a Monte Carlo, nel Masters 1000 che lo ha visto arrivare in finale rimontando per ben 4 volte, nei turni di avvicinamento all’ultimo atto, i suoi avversari. Già issatosi al numero 11 della classifica (suo best ranking) dopo la kermesse nel Principato, ‘Muso’ si è concesso una settimana di pausa prima di tuffarsi nell’avventura di Madrid. Altro torneo che gli ha regalato soddisfazioni enormi, grazie ad un cammino davvero autorevole, fatto di tutte vittorie in soli due set anche contro rivali del calibro di Tsitsipas e De Minaur, già sconfitti a Monte Carlo ma con molta più fatica.
Spintosi ora fino alla nona posizione della graduatoria iridata, Musetti punta con decisione la Top 5, forte anche di non troppi punti da difendere nei prossimi tornei sulla terra battuta. Ma fino a dove può arrivare il giocatore azzurro?
Panatta e la profezia su Musetti: “Crescerà ancora ma…”
Intervistato da ‘Il Corriere della Sera‘, la leggenda azzurra del tennis Adriano Panatta ha fatto il punto della situazione all’indomani della pur onorevole eliminazione del carrarino dal torneo della Capitale spagnola.

“Campione lo è di sicuro chiunque arrivi nei primi 10 giocatori del mondo, ma adesso tocca a Musetti dirci che tipo di campione sarà“, ha esordito l’ex giocatore. “Il numero uno fa storia a sé, i primi 5 vanno considerati il gruppo di eccellenza, in grado di attaccare la prima posizione, mentre dal sesto all’ottavo posto ci sono i giocatori che vogliono crescere. La nona e la decima posizione, invece, sono una dimora per chi vuole provarci, ma anche quei posti in cui retrocede chi ha tentato di fare il salto di qualità e non ci è riuscito“, ha proseguito.
“Per quello che ha dimostrato fino ad ora, Lorenzo non potrà essere un nuovo Sinner. Salirà ancora, me per fare quello scatto dovrà strappare qualche vittoria. Ha colpi, sa come usarli, sa anche pensarli, il suo tennis sa essere sia intelligente che spettacolare e vale sempre il prezzo del biglietto. Sul piano tecnico sono convinto che possa ottenere di più dal servizio, anche se già il suo rovescio a una mano è un autentico pezzo di bravura“, ha concluso il campione di Parigi nel 1976.