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Next Gen ATP Finals: Blockx e Tien Favoriti nelle Semifinali, ma Occhio a Basavareddy e Budkov Kjaer

Le Next Gen ATP Finals entrano nel vivo: ritmo alto, set corti, margini sottili. Le semifinali promettono scambi rapidi e scelte nette. I favoriti? Alexander Blockx e Learner Tien. Ma le traiettorie possono cambiare in un punto: è qui che Nishesh Basavareddy e Nicolai Budkov Kjaer diventano interessanti.

Perché Blockx e Tien partono avanti

Blockx ha colpi puliti e tempi moderni. Spinge col rovescio bimane e apre il campo col dritto in anticipo. Nel formato Next Gen – set a 4, no‑ad, ritmo serrato secondo il regolamento ATP – quel tipo di gioco paga. Lo si è visto già nel suo percorso junior: titolo all’Australian Open 2023, dati verificabili sui canali ITF. Rivedendo quegli highlight, colpisce la semplicità con cui accorcia lo scambio quando serve.

Tien porta un vantaggio diverso. È mancino. Il servizio slice esterno a sinistra cambia subito le geometrie. Ti costringe a rispondere lontano, poi infila il lungolinea. Ha esperienza da pressione: nel 2022 ha vinto gli USTA Boys’ 18s e ha provato il main draw dello US Open grazie alla wild card, fatto noto e documentato. In un contesto indoor (le Next Gen si giocano tradizionalmente al coperto), con palline vive e servizio centrale nella costruzione, Tien ha strumenti chiari.

Fin qui tutto lineare. Due giocatori con identità visibile. Percentuali alte di prima, pochi fronzoli, gestione dei mini‑momenti. In set brevi, andare sotto di un break vale quasi tutto. E Blockx e Tien, nei turni chiave, di solito tengono la barra dritta.

Le mine vaganti: Basavareddy e Budkov Kjaer

Qui il copione si apre. Il formato Next Gen premia chi regge la pressione e sa cambiare ritmo. Basavareddy ha questo profilo. È cresciuto molto negli USA, anche passando dal college a Stanford. Nel 2022 ha vinto lo US Open junior in doppio (con Ozan Baris), riferimento ufficiale ITF. Traduzione in campo: posizione aggressiva in risposta, mano solida in transizione e istinto da punto secco. Se porta Tien a scambi sporchi, se appanna le linee di servizio mancino, la partita diventa orizzontale.

E poi c’è Budkov Kjaer. Norvegese, fisico pronto, servizio che fa male e dritto che spacca il ritmo. Su di lui i dati pubblici sono più frammentari: il percorso tra ITF e prime prove nel circuito pro non è ricchissimo di numeri accessibili in tempo reale. Ma il trend è chiaro a chi lo ha seguito: attacca la seconda, cerca il corpo sul 40‑pari senza vantaggi, si muove bene dentro il campo. In un tie‑break a 4‑pari, questa attitudine pesa.

Esempio concreto: su palla decisiva, Basavareddy può alzare il kick e seguire a rete. Non è spettacolo, è percentuale. Allo stesso modo, Budkov Kjaer potrebbe usare il rovescio cross corto per aprire il dritto in corsa. Due soluzioni semplici che spostano una semifinale Next Gen più di tanti schemi teorici.

Una nota metodologica: al momento non risultano head‑to‑head ATP solidi tra questi quattro a livello Tour, vista l’età e la fase di carriera. È normale. Quindi la lettura si basa su stile, contesto, regolamento e risultati verificabili in ambito junior/college e prime uscite pro.

In sintesi mentale (non tecnica): il torneo chiede lucidità nel primo quarto d’ora. Devi entrare subito. Devi accettare la brevità. Per questo Blockx e Tien restano favoriti. Ma il campo corto non fa sconti. Una risposta profonda, un nastro, un serve‑plus‑one pulito: ed ecco che Basavareddy e Budkov Kjaer hanno spazio.

Alla fine la domanda è semplice: in una stanza indoor dove il suono della palla rimbalza più della paura, chi avrà il coraggio di giocare il colpo che definisce la serata?

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