Scandalo Amazon, scoperto prodotto pericoloso: a rischio milioni di clienti

Nelle ultime ore, Amazon è finita al centro di una bufera decisamente pericolosa. La privacy dei suoi clienti è a rischio, ecco perchè.

Di anno in anno, il fatturato del colosso Amazon si è moltiplicato fino a diventare oggi uno dei più alti al mondo. Se fino a qualche tempo fa eravamo tutti scettici in merito all’acquisto online, oggi fa parte della nostra quotidianità.

Amazon scandalo
Amazon, indagine sulla privacy dei clienti (grantennistoscana.it / Youtube)

Sfogliare i cataloghi online, scegliere, ordinare, ricevere comodamente a casa per poi avere il diritto di restituirlo nel giro di qualche giorno sono ormai lussi ai quali siamo abituati e dei quali sentiremmo la mancanza, se venissero a mancare. Nelle ultime ore, Amazon sta vivendo però una vera e propria bufera a causa della tutela della privacy dei propri clienti: ecco quale è il prodotto sotto la lente d’ingrandimento.

Amazon, allarme privacy per i robot aspirapolvere

A mettere gli occhi sul modo in cui Amazon tuteli (o meno) la privacy dei propri clienti è stata la Commissione Europea, a causa dei robot iRobot di Roomba che il colosso avrebbe acquistato ad agosto 2022 per 1.7 miliardi di dollari. Al momento, sembra che la Commissione Europea abbia inviato ad Amazon solo una serie di domande: normalmente, però, questo è solo il primo step di un approfondimento investigativo.

Robot aspirapolvere Amazon
Indagine sui robot aspirapolvere di Amazon (grantennistoscana.it)

I motivi delle indagini sono sostanzialmente due. Il primo riguarda la libera concorrenza: si teme che questo acquisto sia uno sforzo di Amazon per rubare sempre più terreno agli altri rivenditori e c’è il sospetto che violi le regole della libera concorrenza. Il secondo, invece, riguarda la privacy dei clienti: a gennaio 2022, infatti, erano state pubblicate su Facebook delle fotografie scattate dagli aspirapolvere robot.

In quei giorni, il MIT Technology Review ha ricevuto quindici screenshot scattati da un’aspirapolvere e poi pubblicati in gruppi chiusi di Facebook: tra questi, c’erano anche immagini intime. Dopo delle indagini, si è scoperto che gli aspirapolveri scattano le immagini e poi le inviano ad una start up dove dei dipendenti etichettano i dati ricevuti, insegnando ai robot come evitare gli ostacoli, mappare la casa e così via. Il problema, però, è che queste immagini sono uscite da quegli uffici e sono diventate di dominio pubblico.

Amazon, che ha acquisito gli iRobot ad agosto, dovrà quindi rispondere alle domande della Commissione Europea. “Stiamo lavorando in collaborazione con le autorità di regolamentazione competenti nella loro revisione della fusione” ha riferito un portavoce dell’azienda.

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