Di malattie gravi e spesso irreversibili ne esistono davvero molte, e spesso ignoriamo i sintomi banali che le annunciano.
Purtroppo è davvero difficile star dietro a tutti i segnali che ci manda il nostro corpo, e non è opportuno ovviamente trascorrere le giornate dal medico curante. Possiamo però imparare a riconoscere alcuni sintomi che è meglio non sottovalutare.
Esistono alcune patologie che sono chiamate subdole poiché i sintomi non si avvertono fino a quando ormai è tardi. Parliamo ad esempio dell’ipercolesterolemia, o di alcuni tipi di cancro, come quello al Pancreas.
La prevenzione resta sempre l’arma fondamentale, e grazie agli investimenti nel campo Ricerca e Salute, possiamo sfruttare le campagne di screening precoce, che ultimamente hanno aperto le porte a una più ampia platea di soggetti a rischio. Soprattutto dopo i 40 anni sarebbe bene informarsi su quali siano gli esami gratuiti accessibili, e fare un check-up completo.
Per quanto riguarda altre malattie, però, abbiamo ancora più tempo a disposizione: spesso i sintomi si manifestano molto precocemente, anche se è difficile individuarli. Parliamo in particolar modo delle malattie neurodegenerative.
Sicuramente tutti hanno sentito parlare del morbo di Alzheimer, una patologia grave e incurabile spesso erroneamente associata all’avanzare dell’età.
Statisticamente gli over 65 sono i soggetti più colpiti ma negli ultimi tempi l’età a rischio si è notevolmente abbassata. Questo perché oltre alla predisposizione genetica, nell’insorgere della malattia entrano in gioco altri fattori: uno stile di vita scorretto, l’esposizione all’inquinamento sono solo alcuni di essi.
Quando si parla di malattie neurodegenerative ci si riferisce sì all’Alzheimer o al Morbo di Parkinson ma anche a malattie più rare, come le encefalopatie spongiformi. Tutte le varie forme di demenza o compromissione delle funzioni del cervello si innescano in modalità diversa. Però il danno è sempre a carico delle cellule nervose, che non riescono più a moltiplicarsi e quindi garantire una corretta funzionalità del cervello.
E siccome ogni cellula nervosa svolge una funzione diversa, a seconda dell’area colpita andremo incontro a diverse patologie. Ad esempio, la SLA (sclerosi laterale amiotrofica) insorge quando c’è un danno ai motoneuroni spinali o corticali; se le cellule deputate all’uso di dopamina vengono compromesse ci troveremo di fronte al Parkinson; invece la Corea di Huntington si manifesta quando c’è un danno a carico delle cellule colinergiche.
Come detto, spesso e volentieri le malattie neurodegenerative derivano da una predisposizione genetica. Negli ultimi anni la Ricerca ha approfondito molto su questo aspetto e sono al vaglio nuovi vaccini genici.
Recentemente è stato approvato un farmaco, il Lecanemab, che istruisce l’organismo a combattere contro gli accumuli della proteina beta amiloide, responsabile della forma di demenza Alzheimer. Inoltre alcuni ricercatori stanno ideando un vaccino preventivo per le persone che hanno un gene specifico; secondo gli studiosi, in questo modo si potrebbe contrastare l’insorgere dell’Alzheimer anche fino a 25 anni prima.
Una volta che la malattia è diagnosticata si può ricorrere a numerosi trattamenti farmacologici per rallentare il declino. Ad oggi però non esistono terapie completamente risolutive.
Non è detto, però, che l’unica causa sia la genetica, e dunque anche per quanto riguarda le patologie degenerative a carico del cervello si punta sempre sulla prevenzione. Tra le tante modalità c’è quella di saper individuare alcuni sintomi precoci, che potrebbero ricondurre all’inizio della malattia.
I non addetti ai lavori, ovvero chi non è medico o conoscitore della medicina, ignorano il fatto che le malattie neurodegenerative cominciano a erodere le funzioni del cervello molto lentamente.
Il classico tremore alle mani, ad esempio, o il non ricordare improvvisamente niente, sono sintomi gravi che si manifestano quando la malattia è in stato avanzato. Parliamo ovviamente del Parkinson e dell’Alzheimer.
Andando ad approfondire, però, scopriamo che il cervello invia i segnali di qualcosa che non va molto prima che il soggetto sospetti la malattia. Ecco perché è fondamentale rivolgersi al medico se abbiamo dei sospetti. A seconda della situazione, lo specialista potrà prescrivere esami specifici, in modo da individuare immediatamente l’eventuale presenza di una forma di demenza o danno cerebrale.
Non sottovalutiamo il nostro stato di salute se improvvisamente accusiamo uno o più di questi sintomi:
I sintomi che abbiamo descritto poco sopra sono effettivamente abbastanza generici; potremmo averli e non essere di fronte a demenza ma ad altre malattie. Ecco perché è opportuno indagare col proprio medico curante, che deciderà se approfondire con una visita dal neurologo.
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