Soldi ai figli: arriva la multa anche se usi il bonifico e la tassa sorprende molti

In tempi di inflazione alle stesse e tassi imprevedibili, anche la “paghetta” può finire nel mirino del Fisco: ecco tutte le novità al riguardo.

Se credevate che in Italia ormai i governi avessero tassato tutto il tassabile – compresa, per dirla con un luogo comune, l’aria che respiriamo – vi siete sbagliati di grosso! In momenti di difficoltà economica, si sa, si cerca di tirare la cinghia e attingere a qualsiasi risorsa per rimpinguare le casse. E coi tempi che corrono il Belpaese si è regolato di conseguenza. Nel mirino del Fisco ora finiscono le elargizioni di denaro dei genitori ai figli (ma il discorso vale anche per i nonni e il resto del parentado). Scopriamo insieme tutte le novità.

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La legge dice che anche i soldi dati ai figli sono soggetti a imposta, a determinate condizioni. (Grantennistoscana.it)

Alzi la mano chi, raggiunta una certa età, non ha ricevuto la classica “paghetta” da parte di mamma e papà. Un espediente utilissimo per responsabilizzare i pargoli e sensibilizzarli a un uso serio, intelligente e consapevole del denaro. Nel caso che ci riguarda, il discorso è un po’ più ampio, ma l’esempio è calzante: d’ora in avanti anche per quel tipo di versamenti di denaro bisognerà osservare prassi e norme ben precise, pena il rischio di multe salate e spiacevoli gatte da pelare.

La tassa sui soldi regalati ai figli

Diciamo subito che il criterio è il quantum. Se i genitori decidono di donare ai figli importi modesti, cioè relativamente bassi o medi, non devono preoccuparsi di finire nel mirino dell’Agenzia delle Entrate. Ma la legge parla chiaro: i soldi elargiti ai figli a titolo di regalo, “paghetta” o comunque donazione sono tassabili, perché vanno a fare cumulo con i redditi dei pargoli. E dunque, normativa alla mano, vanno indicati nella dichiarazione dei redditi. Non c’è da scherzare: per gli inadempienti sono previste multe anche in caso di elargizione mediante bonifico. Il trasferimento di denaro con sistema tracciabile, dunque, non mette i genitori al riparo da controlli e relative sanzioni.

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Le somme di denaro donate sono tassabili sui redditi dei figli beneficiari. (Grantennistoscana.it)

Cosa dice esattamente la legge italiana? I soldi dati ai figli sono soggetti a imposta nel caso in cui l’importo trasferito superi un milione di euro, e la tassa applicata è del 4%. Più nello specifico, l’aliquota dell’imposta sulle donazioni in denaro è pari al 4% del valore del bene donato su una franchigia fino a un milione di euro per coniuge e parenti in linea retta (come appunto nel caso di genitori e figli). Ma sale al 6% del valore del bene donato su una franchigia di 100mila euro per fratelli e sorelle, e senza alcuna franchigia per altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta, affini in linea collaterale fino al terzo grado e per portatori di handicap grave la franchigia arriva fino a 1.500mila euro.

Come detto, per importi inferiori non è prevista alcuna tassazione. Ma le somme di denaro donate sono tassabili sui redditi dei figli beneficiari (e dunque sono questi ultimi a dover pagare le relative tasse) e devono essere dichiarate al fisco tramite la dichiarazione dei redditi. Naturalmente la tassa che si andrà ad applicare in dichiarazione dei redditi varierà in base ai redditi totali percepiti e dichiarati, tolte le detrazioni di cui si avrà eventualmente diritto.

I casi “estremi” e le relative sanzioni

Qualsiasi donazione, per essere valida, richiede la forma dell’atto pubblico e dunque l’intervento del notaio. A meno che non riguardi beni immobili o sia di “modico valore“. Ma il concetto di “donazione di modico valore” non è precisato dalla legge, che invita solo a valutare la modicità “anche in rapporto alle condizioni economiche del donante. Sono di “modico valore” le donazioni che non impoveriscono troppo il donante, tenuto conto del suo patrimonio e del suo reddito. Ma non esiste una soglia limite di importo, per cui tutto è relativo…

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La regola della causale in bonifico dovrebbe in realtà essere applicata anche nel caso di bassi importi. (Grantennistoscana.it)

Le leggi attualmente in vigore non prevedono una soglia massima agli importi di denaro che i genitori possono donare ai figli. Fermo restando che l’operazione deve essere sempre giustificata nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, e vanno preservate le quote di eventuali eredi legittimari. Altrimenti il rischio di lunghi e spinosi contenziosi giudiziari è dietro l’angolo. Quanto alle sanzioni, possono scattare se si elargiscono soldi tramite bonifico ma senza causale (e di importi consistenti).

La regola della causale in bonifico dovrebbe in realtà essere applicata anche nel caso di bassi importi. Con diciture del tipo: “Regalia in favore di (nome e cognome del figlio)” o “Contributo a favore di…“, o ancora “Regalo per compleanno“, e così via. Il motivo di tanto zelo? Se il Fisco dovesse effettuare un controllo sul trasferimento dei soldi da genitori a figlio, quest’ultimo potrà tranquillamente dimostrare che il bonifico è stato effettuato in piena regola, con importo e specifica causale. Contribuente avvisato…

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