Tennis, la regola del disturbo che nessuno conosceva: panico tra i giocatori

Non tutti ne sono consapevoli, ma nel tennis esiste quella che è definita la regola del disturbo. I giocatori che lo scoprono vanno nel panico.

Ma in cosa consiste? Basta leggerla per capire che si tratta di qualcosa legato alla concentrazione quando si scende in campo. In realtà non sempre viene applicata, scopriamo qualcosa di più.

cos'è la regola del disturbo
Tennis, la regola che nessuno conosceva – (GranTennisToscana.it)

Di fatto la regola del disturbo è una norma che va a sanzionare le distrazioni che un giocatore prova nei confronti del suo diretto avversario durante il match. L’Associazione Internazionale dei Tennisti Professionisti (ATP) sottolinea che questa regola viene interpretata come “ogni distrazione causata da un giocatore e può esser sanzionata come deliberata e risultare nella perdita del punto”. 

Ma in che cosa consiste la distrazione? La più comune è sicuramente il grido emesso dall’avversario mentre la gara è ancora in corso. Se un tennista, poniamo il caso, si sofferma a urlare pensando di aver fatto punto, mentre la palla è ancora in gioco, può prendere la penalità.

Dunque si tratta di un atto che va a punire non solo chi deliberatamente attacca l’avversario per distrarlo, ma anche chi lo fa inconsapevolmente. Ricordiamo però che questa norma è a discrezione dell’arbitro che deve valutare se il gesto compiuto dal tennista abbia compromesso la capacità dell’altro di continuare lo scambio.

La regola del disturbo, cosa succede nel calcio?

Se la regola del disturbo è applicata al tennis, cosa succede in altri sport come il calcio? Ricordiamo che una delle nette differenze è sicuramente dettata dal fatto che il calcio, a differenza del primo, è uno sport di squadra, dunque è davvero impossibile non parlare.

Chiunque è stato almeno una volta in vita sua allo stadio si sarà reso conto che soprattutto i portieri non fanno che parlare durante la partita. La norma quindi per il pallone è differente.

in quali sport c'è la regola del disturbo
Regola del disturbo nel calcio – (GranTennisToscana.it)

Per prima cosa non viene punito a prescindere il gesto di un urlo in campo, ma solo quello atto a ingannare un’avversario. Ovviamente anche questo è a discrezione dell’arbitro che deve valutare se questo sia stato fatto per trarre in inganno. A dire il vero è davvero molto difficile, se non impossibile, vedere un arbitro che fischia per una cosa del genere così come è altrettanto complesso pensare che ancora oggi sui campi di calcio si urli verso gli avversari per distogliere la loro attenzione.

Paradosso nel basket

Il basket vive un paradosso per quanto riguarda “la regola del disturbo“. Sappiamo tutti che lo sport dalla palla arancione è molto severo sotto diversi punti di vista dell’arbitraggio. Si tratta infatti di uno dei pochi sport di squadra dove è addirittura vietato il contatto. Quando un giocatore tocca un avversario si fischia automaticamente fallo. Nonostante questo non esiste una regolamentazione precisa per quanto riguardi il disturbo non dovuto a contatto.

Le regole base della FIBA affermano all’articolo 34.1.1 cheun fallo personale si verifica quando c’è un contatto illegale tra due avversari“. Ovviamente anche in questo caso ci sono dei limiti e delle eccezioni, fatto sta che al di là del regolamento scritto vige anche un regolamento etico che porta per motivi morali a rispettare ovviamente gli avversari e dunque a non urlare nel momento del gioco.

Interessanti spunti dal pugilato

La boxe che invece è uno sport decisamente di contatto, tanto che vince chi ‘ne da di più‘ (passateci il termine), invece si fonda sul perfetto rispetto dell’avversario a riguardo di leggi che sono davvero molto importanti da osservare. Basti leggere il Codice etico delle squadre azzurre di pugilato rilasciato dalla Federazione Pugilistica Italiana che sulle urla e quant’altro è decisamente chiaro.

regola del disturbo nella boxe
Nella boxe, invece, le regole cambiano – (GranTennisToscana.it)

Sono dunque vietati questi così come parole volgari e ogni tipo di protesta che si possa attuare direttamente sul ring. Si deve colpire l’avversario seguendo le norme e dunque rispettandolo sempre, senza mai andare oltre e sconfinare nel volgare o nel disturbarlo durante un match che è fatto sì di forza fisica ma soprattutto di concentrazione e intelligenza.

Non solo regole scritte

Come già detto per il basket, non esistono solamente regole scritte per quanto riguarda la regola del disturbo. Si sfocia infatti in numerosi altri ragionamenti che ci portano soprattutto a parlare di etica e lealtà sportiva. Durante una qualsiasi attività fisica dovrebbe vigere il rispetto per l’avversario e urlare o creare disturbo di proposito per approfittare di un vantaggio sul campo è cosa deprecabile.

Tra i professionisti questa pratica è fortunatamente non consueta come invece altri atteggiamenti lesivi che vediamo molto spesso come per esempio la simulazione. Diventa fondamentale riuscire a gestire l’attenzione nei momenti delicati senza aver bisogno di mezzucci per portarsi in vantaggio rispetto a un avversario.

In questo senso però diventa chiaro che parlare in generale è molto difficile perché tutto dipende dal comportamento del singolo. E come è ben noto a tutti lo sport, sotto ogni suo punto di vista, è un gioco difficile da prevedere e chiudere in degli schemi. Proprio per questo rimane alla discrezione dell’arbitro la possibilità di intervenire per punire e sanzionare un atteggiamento non ritenuto consono a un campo.

Se poi ci spostiamo sui campetti di periferia sentiremo urlare all’ordine del giorno e forse anche questo rimarrà un aspetto fokloristico da accettare e condividere.

Impostazioni privacy