Una leggenda del calcio lascia un messaggio straziante raccontando del tumore alla prostata. Le sue parole fanno venire i brividi alla schiena.
Una situazione che ha colpito in maniera decisa l’uomo e di conseguenza rattristato tutti i suoi fan. Andiamo a leggere la sua storia.

Per quanto riguarda questo tipo di cancro si conta circa un milione e mezzo di nuove diagnosi l’anno. Dal 2040 si parla che potrebbero addirittura raddoppiare i casi con l’allarme che è sempre in piedi. Nonostante questo la medicina sta facendo dei passi da gigante in avanti, riuscendo a dimostrare delle risposte davvero molto positive.
Il numero dei decessi l’anno rimane comunque abbastanza preoccupante, sfiorando le 400mila con tantissime storie drammatiche da raccontare. Un personaggio molto famoso ha deciso di esporsi e raccontare la sua storia, riuscendo a mandare un messaggio e a creare empatia attorno a un problema di cui si parla molto poco.
Spesso ci troviamo a pensare che questo male sia solo ed esclusivamente ad appannaggio di persone anziane, invece riguarda fasce d’età molto più ampie e anche persone molto giovani. Andiamo ora a leggere quello che ha raccontato questo personaggio davvero molto amato del mondo del calcio.
Louis Van Gaal e il tumore alla prostata
L’allenatore olandese Louis Van Gaal ha parlato di aver affrontato una lunga battaglia contro il cancro che lo ha messo in grandissima difficoltà.

“Oggi non mi dà più fastidio anche se continuo i controlli in maniera serrata. Solo due anni fa era terribile, avevo problemi per andare in bagno, lottavo con i pannolini, ho subito diverse operazioni chirurgiche”, queste le sue parole davvero forti.
Aggiunge: “Solamente due anni fa mi sono sottoposto a diversi interventi. In quel periodo vivevo una situazione terribile con le feci nel pannolino. Oggi però il cancro non mi da più alcun fastidio”.
E oggi? Spiega: “Alla fine fortunatamente si è risolto tutto, quindi ora riesco a gestire la situazione. Mi faccio sempre controllare, ma sta andando tutto bene e sto guadagnando forma. Tornare in panchina? Ma chi lo vorrebbe un allenatore con problemi alla prostata? No, non tornerò più mai in un club perché non posso lavorare tutti i giorni”.
Non chiude a una nazionale: “Al massimo potrei pensarci per il ruolo da ct, siamo commissari della nazionale per 8/9 volte all’anno. Lo farò solo a una condizione, per nazionali come Inghilterra e Germania“. Vedremo cosa accadrà nel suo futuro con prima attenzione sulla salute.





