Alzheimer, se fai questi esercizi ne rendi difficile la comparsa: lo studio

Curare l’Alzheimer non è ancora possibile, ma alcuni studi dimostrano che è possibile fare qualcosa per ridurre la possibilità di ammalarsi.

L’Alzheimer, una delle malattie neurodegenerative più devastanti, rappresenta una sfida senza precedenti per la società moderna. L’Alzheimer colpisce milioni di individui in tutto il mondo, portando a una progressiva perdita di memoria, disturbi cognitivi e, alla fine, a una perdita dell’identità stessa. La malattia ha un impatto significativo non solo sulle persone colpite, ma anche sulle loro famiglie e sulla società nel suo complesso.

come prevenire l'alzheimer
Non esiste ancora una cura per l’Alzheimer, ma alcune tecniche potrebbero essere d’aiuto – grantennistoscana.it

La ricerca sull’Alzheimer si propone di comprendere le cause sottostanti e di sviluppare nuove strategie per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento della malattia. Gli scienziati si dedicano a studiare i meccanismi cellulari e molecolari coinvolti nella formazione delle placche di beta-amiloide e dei grovigli di proteine tau, le caratteristiche distintive dell’Alzheimer.

Nel frattempo, una serie di studi paralleli ha messo in evidenza altri aspetti della malattia. Soprattutto ha elaborato ipotesi e prove su una serie di tecniche e attività che possono ritardare o alleviare l’insorgenza della malattia.

Controllare il respiro: benefici sul breve e sul lungo termine

Una nuova ricerca pubblicata su Scientific Reports ha rivelato che la pratica di esercizi di respirazione ritmata può modulare i biomarcatori associati alla malattia di Alzheimer.

Il morbo di Alzheimer, come già anticipato, è associato all’accumulo di proteina beta-amiloide al di fuori dei neuroni e all’aggregazione di proteina tau all’interno delle cellule. La produzione periferica di beta-amiloide e la sua eliminazione dal corpo sono importanti per prevenirne l’accumulo nel cervello.

L’autrice dello studio, Mara Mather dell’Università della California del Sud, ha condotto l’indagine per capire se rallentare la frequenza cardiaca tramite la respirazione lenta ritmata potesse favorire la pulizia del beta-amiloide dal cervello. Questa ipotesi è stata sviluppata perché è stato dimostrato che la pratica della respirazione ritmata ha effetti di pulizia dei rifiuti cerebrali, proprio come accade nel sonno profondo.

controllare il respiro può prevenire l'alzheimer
Controllare il modo in cui si respira ha molti benefici, come la riduzione dello stress e una migliore concentrazione – grantennistoscana.it

Per approfondire la questione, è stato condotto uno studio in cui i partecipanti hanno ricevuto un addestramento alla respirazione controllata per influire sulla frequenza cardiaca. Il gruppo di partecipanti ha concentrato l’attenzione sulla respirazione e sul mantenimento di una frequenza cardiaca stabile.

I risultati hanno mostrato che il gruppo che ha praticato la respirazione ritmata ha mostrato una diminuzione dei livelli di beta-amiloide. L’altro gruppo, invece, ha mostrato un livelli stabili o addirittura aumentati. Questo tipo di risultati si è verificato sia negli adulti giovani che negli anziani.

Come in molti altri studi, ulteriori ricerche e prove sono necessarie. Per il momento, i dati suggeriscono che la pratica regolare della respirazione ritmata potrebbe contribuire a mantenere bassi i livelli di beta-amiloide e ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.

Un modo interessante per tenere la mente allenata: imparare una lingua

Tenere la mente allenata, si sa, è importante a qualsiasi età e per molte ragioni. Diversi studi, negli ultimi anni, hanno indagato la possibilità che apprendere una seconda lingua possa ritardare l’insorgenza della demenza.

Attraverso un’analisi di più di 20 studi, i ricercatori hanno scoperto che le persone bilingui tendono a mostrare i sintomi della malattia di Alzheimer fino a cinque anni più tardi rispetto alle persone monolingui.

imparare una nuova lingua è un buon allenamento per la mente
Imparare una nuova lingua è uno dei migliori allenamenti per il cervello – grantennistoscana.it

È importante sottolineare che il bilinguismo non previene né inverte la malattia di Alzheimer. Funziona però come una forma di riserva cognitiva, aiutando a combattere i sintomi iniziali della demenza. I bilingui utilizzano regioni diverse del cervello per elaborare le informazioni in modo più efficiente rispetto ai monolingui.

John Grundy, professore di psicologia presso l’Iowa State University, crede che il bilinguismo possa essere parte della soluzione. Apprendere una seconda lingua stimola il cervello, creando nuovi percorsi neurali quando altri iniziano a svanire con l’età.

La cosa buona è che non è mai troppo tardi. Ci sono benefici protettivi del bilinguismo e di altri fattori, anche in età avanzata“, ha detto Grundy. “Qualsiasi cosa che scuota il tuo sistema, non solo il bilinguismo, ma qualsiasi cosa che sia un cambiamento nella tua routine, è una buona cosa. Inizia a scrivere con la mano sinistra, prendi una strada diversa per tornare a casa, qualsiasi cosa che stimoli il tuo cervello. Nel tempo, diventerà più efficiente e questo favorirà la creazione reti e percorsi multipli per raggiungere gli stessi obiettivi“.

La mente e il corpo sono collegati: allenare uno per allenare l’altro

L’esercizio fisico svolge un ruolo significativo nella prevenzione della demenza senile. 1 L’esercizio aerobico, come camminare, correre, nuotare o andare in bicicletta, migliora la circolazione sanguigna e l’apporto di ossigeno al cervello. Questo può aiutare a mantenere le cellule cerebrali sane e a ridurre il rischio di danni vascolari che possono contribuire alla demenza.

L’attività fisica regolare ha dimostrato di ridurre l’infiammazione cronica nel corpo, compreso il cervello. L’infiammazione è stata associata all’insorgenza e alla progressione della demenza, quindi ridurne i livelli può avere effetti protettivi.

l'attività fisica previene la demenza
L’esercizio fisico dovrebbe essere praticato in modo regolare e costante nel tempo per ottenere i benefici desiderati – grantennistoscana.it

Uno studio condotto dall’Università del Wisconsin ha rilevato che le persone di età superiore ai 60 anni, ad alto rischio di Alzheimer, che si esercitavano moderatamente per 30 minuti al giorno, cinque giorni alla settimana, avevano un minor rischio di sviluppare la malattia e meno problemi di memoria e cognitivi.

Un altro studio dell’Università del Kansas ha dimostrato che alcuni partecipanti affetti da Alzheimer hanno migliorato i punteggi dei test di memoria grazie a un regolare esercizio fisico. Inoltre, si è osservato un aumento delle dimensioni dell’ippocampo, un’area cerebrale cruciale per l’apprendimento e la memoria. L’ippocampo è una zona spesso colpita in modo precoce dalla malattia di Alzheimer.

Nonostante ciò, fino ad ora gli studi sull’esercizio e il suo impatto sulla memoria e la funzione cerebrale sono stati limitati o hanno prodotto risultati contrastanti. Al fine di ottenere risposte più definitive sull’effetto dell’esercizio nel ridurre il rischio di declino cognitivo, sono stati avviati altri studi su larga scala.

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