Demenza, ecco uno dei primi segnali d’allarme da non sottovalutare: pochi lo sanno 

Il risultato è giunto a seguito di uno studio effettuato dalla Edith Cowan University in Australia: ecco cosa ci svela riguardo alla demenza senile.

Nell’indagine, condotta in Australia dalla Edith Cowan University in collaborazione con l’Università dell’Australia Occidentale, sono state coinvolte oltre mille donne dell’età media di 75 anni. Lo studio è stato effettuato in un arco di tempo di 15 anni ed i risultati sono stati poi pubblicati lo scorso mese di Aprile sulla rivista scientifica “Journal of Cachexia, Sarcopenia and Muscle”.

Lo studio australiano sulla relazione tra muscoli e demenza senile
Lo studio è stato condotto dalla Edith Cowan University in collaborazione con l’Università dell’Australia Occidentale – GranTennisToscana.it

L’obiettivo principale dell’indagine è stato quello di approfondire la conoscenza riguardo alla condizione neurodegenerativa della demenza senile che, a causa della progressiva morte delle cellule nervose dell’encefalo, compromette le facoltà cognitive di persone di età avanzata, quasi sempre in modo irreversibile.

I risultati hanno fatto emergere una possibile correlazione tra il deterioramento di una specifica abilità motoria e l’insorgere della demenza: per questo motivo, l’eventuale comparsa della difficoltà motoria in età avanzata può consentire la previsione del probabile insorgere della malattia neurodegenerativa, consentendo quindi di effettuare tempestive operazioni di controllo e cura assai benefiche per il paziente.

La relazione tra forza muscolare e demenza senile riscontrata nello studio

I nostri muscoli si formano, crescono, si sviluppano ed invecchiano come qualsiasi organo del nostro corpo. Solitamente, al raggiungimento dei cinquant’anni di età circa il tessuto muscolare di un essere umano viene sostituito da tessuto adiposo, il che comporta un’attenuazione del vigore e delle forza fino a quel momento percepita ed esercitata per le attività più comuni, come camminare, alzare e sostenere pesi e stringere oggetti tra le mani.

Pubblicati i risultati dello studio australiano sulla relazione tra muscoli e demenza senile
Lo studio ha rilevato che l’insorgere di sintomi di indebolimento muscolare può indicare anche l’insorgere della demenza – GranTennisToscana.it

Nonostante questa condizione sia fisiologica e, potremmo dire, “obbligata” nel processo di sviluppo, di crescita e di invecchiamento di ognuno di noi, lo studio ha rilevato che in alcuni casi l’insorgere di sintomi come la difficoltà di stringere oggetti tra le mani può indicare anche l’insorgere del declino neurodegenerativo della demenza. Le donne, infatti, che hanno mostrato maggiori difficoltà di presa e dunque un’insorgenza precoce dell’indebolimento muscolare, hanno riportato più del doppio di probabilità di soffrire di eventi di demenza in tarda età.

Ecco perché a seguito dello studio è giunta la raccomandazione di utilizzare queste analisi come screening predittivi per identificare l’eventuale insorgenza della demenza con largo anticipo rispetto a quanto avviene con le attuali tecniche di monitoraggio. Ecco quindi perché risulta inoltre con sempre maggior evidenza l’importanza dell’esercizio fisico: quando ci esercitiamo, aumentiamo l’ossigenazione all’interno del nostro organismo. Se l’ossigenazione invece è scarsa, il tessuto cerebrale si restringe ed aumenta il tasso di morte delle cellule cerebrali dell’encefalo, tra cui quelle preposte alla facoltà della memoria. Per questo mantenersi attivi tramite esercizi aerobici semplici e piacevoli nel corso di tutta la nostra vita è un’abitudine sana ed estremamente benefica per il nostro organismo.

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