Fino a che età si possono donare gli organi? La verità

Le operazioni di trapianto smentiscono falsi miti che hanno finora ostacolato le donazioni

Per quanti anni possa lavorare un organo, se per una vita o due in caso di trapianto, non è sempre chiaro. La speranza spinge il limite sempre oltre, com’è inevitabile, sorretta dai continui progressi della tecnologia applicata alla medicina. Ragionevolmente, è sembrato finora opportuno evitare il trapianto di un organo attivo da già più di ottant’anni. Per il fegato e il rene è stato posto in passato lo stesso limite cautelativo. Per la verità, si tratta ormai di discorsi prudenziali del passato.

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C’è un limite di età per la donazione degli organi – grantennistoscana.it

Tutto è cambiato in modo evidente e clamoroso nello scorso novembre, a Firenze. Una signora di 101 anni ha infatti battuto largamente il record di anzianità per la donazione di un fegato. Il prelievo dell’organo è stato compiuto all’ospedale San Giovanni di Dio, nella capitale toscana. I coordinamenti operativi del Centro regionale trapianti hanno dato il proprio consenso, dopo le opportune analisi, e una persona in lista d’attesa ha ricevuto il dono.

Il record di un’ultracentenaria apre nuovi orizzonti

L’operazione ha fatto scalpore, eppure tutto ha funzionato regolarmente. Prima della generosa signora ultracentenaria, il record era stato segnato da persone di 97 anni. Crolla dunque il falso mito dell’invecchiamento degli organi. Un mito che ha indotto uomini e donne di 65 anni a non compiere il gesto, che ormai appare più semplice. Il loro scrupolo, infatti, risulta non più giustificato. 

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Donna di 101 anni fa il record di anzianità per una donazione – grantennistoscana.it

E’ un dato di fatto: il timore di danneggiare il ricevente è privo di motivazioni scientifiche. L’effetto di un incremento di donazioni sarà quello di una società migliore, in cui molte più persone potranno essere salvate. Grazie alle tecniche avanzate e alla volontà di aiutarsi reciprocamente.

Gli organi restano più giovani di quanto si credeva

Le statistiche parlano chiaro, come fa sapere il Centro nazionale trapianti. Ci dicono appunto che nel 2021 il 50% dei donatori aveva superato i 65 anni, e uno su quattro i 75 anni. E’ importante tener conto in massimo grado del fatto che dopo la donazione sarà compito dei medici sottoporre gli organi e i tessuti prelevati a tutti gli esami del caso.

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Gli organi rimangono più giovani di quanto si pensava – grantennistoscana.it

Le analisi diranno chiaramente se gli organi donati saranno idonei o no, e solo in seguito si compirà il trapianto. Il ministero nazionale della salute ha infatti potuto aggiungere una nuova FAQ sul proprio sito. “Non esistono – afferma il ministero – dei veri e propri limiti di età per la donazione di organi. Oggi, siamo in grado di utilizzare organi che fino a qualche anno fa non sarebbero mai stati prelevati a scopo di trapianto. Le donazioni di ultra ottantenni, per il fegato e il rene, non sono più fatti aneddotici”.

Innovazioni sorprendenti grazie alla tecnologia

Tutto insomma sta cambiando. Organi e tessuti di questi tempi potranno oltretutto essere trasportati con un drone, tenuto sotto controllo dagli osservatori durante l’intero tragitto. L’ospedale delle Molinette di Torino ha effettuato lo scorso 13 aprile il primo volo sperimentale per il trasporto di organi e materiale biologico con un drone.

Il vantaggio è rilevante, per la riduzione dei rischi dovuti al traffico, dei costi legati all’uso dell’elicottero e dei tempi. In passato infatti i rallentamenti tipici del trasporto su strada hanno creato inconvenienti, che con il volo guidato a distanza non si verificano più. La sicurezza è cresciuta notevolmente, a vantaggio dei pazienti in attesa. Entro due anni si prevedono i primi voli effettivi per il trasporto di materiale biologico.

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La svolta nell’utilizzo dei droni per il trasporto di organi – grantennistoscana.it

Altra notizia incoraggiante, per il settore, riguarda il trattamento delle infezioni nella fase successiva al trapianto. Gli studio sul farmaco posoleucel ha infatti dato risultati positivi. Si tratta di una terapia ancora sotto sperimentazione clinica. L’esito previsto è protezione dei pazienti trapiantati da sei infezioni virali estremamente pericolose. Bisogna tener presente che, per evitare il rigetto del nuovo organo, il sistema immunitario del paziente viene sospeso.

Procedura rischiosa, per quanto tenuta sotto controllo, perché alcuni comuni virus possono infettare il paziente. In uno stato di salute ci penserebbe il sistema immunitario a bloccare i virus. Dopo un’operazione di questo genere no; occorre quindi un sostegno. Il farmaco eviterebbe dunque gravi problemi per la salute.

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