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LifeStyle

Non dire ‘Come stai?’ Fai invece queste 8 domande: “Riceverai una risposta genuina”

Non otterrai mai una risposta genuina se ti limiti a chiedere come sta qualcuno: ecco le 8 domande da porre per mettere a tuo agio l’altro.

La maggior parte delle conversazioni – se non tutte le conversazioni – si aprono con una semplice domanda: “Come stai?“. Insomma, che sia posta su WhatsApp o di fronte a uno spritz, poco cambia. Il nostro interlocutore si aspetta di ricevere questa domanda e non potrebbe essere diversamente in realtà.

Non chiedere più “Come stai?” – Grantennistoscana.it

In questi caso, infatti, siamo di fronte a una sorta di rituale sociale che ci obbliga a sincerarsi delle condizioni dell’altra persona, senza però interessarcene realmente. In altre parole, è una domanda più posta per avviare qualsiasi discussione che non una sincera e curiosa espressione di affetto. Ma come è possibile?

Viene in nostro soccorso il sociologo americano Erving Goffman che ha trascorso tutta la sua vita a studiare il comportamento umano e le relazioni sociali. Per Goffman è tutta una questione di apparenza e di messa in scena, nel senso più bonario del termine. Tutti, a prescindere da chi siano e per quale motivo si stiano incontrando, infatti, ci tengono a fare bella figura, a mostrare la parte più solida e positiva di loro stessi agli altri.

È un meccanismo più che naturale in realtà: ci si dispera a casa, ma quando si è nel mondo, in mezzo ad altre persone, si prova a essere sempre la versione migliore di noi stessi, a discapito però dell’autenticità.

Entrare in connessione profonda con l’altro è possibile?

Sia chiaro, non è di certo un peccato mortale voler apparire al meglio agli occhi degli altri, ma ciò che conta per un’interazione sociale che si possa definire soddisfacente per Goffman è anche come crediamo di essere visti. In questa lotta intestina tra la nostra immagine riflessa e la nostra essenza, però, si perdono pezzi importanti strada facendo; e proprio per non venir meno a questa sorta di patto tacito, non si rompe mai la parete delle apparenze.

Entrare in connessione profonda è possibile? – Grantennistoscana.it

Il sociologo, infatti, non ha dubbi sul fatto che ogni incontro tra individui sia paragonabile a un dramma teatrale. Le persone, però, che sono gli attori, non interpretano mica un personaggio inventato, ma cercano di essere solo loro stessi, nella speranza che bastI per sembrare al meglio. E in questo valzer tra interlocutori, il linguaggio ha un ruolo dominante ovviamente.

Si ricerca, infatti, una comunicazione il più possibile artefatta e questo si ripercuote direttamente sulle scelte linguistiche e sul modo di parlare di ogni singola persona che è in scena in quel momento. Ed ecco che entrano in campo degli espedienti linguistici che ci aiutano sia a calarci meglio nella parte che a mantenere salda questa “rappresentazione“.  E tra le formule di cortesia, la prima domanda che fa capolino nella comunicazione strategia è proprio “come stai“, che nella sua semplicità sprigiona tutta la sua banalità.

Nessuno, infatti, appare o è realmente interessato al benessere dell’altro, ecco perché si risponde “bene, grazie“, senza approfondire più di tanto. Sarebbe una rottura degli schemi non prevista tra chi pone la domanda per cortesia e chi dovrebbe esporsi confessando realmente ciò che prova, mandando in tilt l’intera opera.

Le 8 domande per conoscere l’altro: ricevere una risposta genuina è tutta questione di empatia

Ma è possibile condurre una conversazione sincera? Certo che sì. Diversi studi, infatti, negli ultimi anni hanno posto l’accento proprio sulle relazioni profonde alla base di una vita felice e piena, che non sia solo di facciata. Tuttavia, servono buone capacità comunicative, allora sarebbe tutto vano. Siamo così permeati dalle discussioni standard, che diventa difficile scavare a fondo, ma non è impossibile.

Scopriamo insieme le 8 domande – Grantennistoscana.it

Intervistata dalla ‘CNBC‘, Stephanie Harrison che è un’esperta della felicità, ha chiarito come il “Come stai?” conduca solo a conversazioni sterili e nella maggior parte dei casi prive di significato. Basta però porre queste 8 domande per ricevere risposte genuine. Scopriamole insieme!

  • “Come stai, davvero?”

Aggiungere un avverbio in questo caso può fare la differenza. Significa infatti che si vuole andare realmente oltre i convenevoli, entrando così in connessione profonda con l’altro.

  • “Come stai adesso?”

Poni la domanda focalizzandoti sul momento presente. In questo modo chi ti sta di fronte capirà di potersi aprire senza problemi, specialmente se sta affrontando sfide importanti come una malattia, una perdita o ancora ha perso il lavoro da poco.

  • “Cosa occupa la tua mente ultimamente?”

C’è chi non riesce a condividere i propri sentimenti, motivo per cui è più semplice parlare dei propri pensieri che nella maggior parte possono fornire anche un’idea dei sentimenti che sta provando l’altro. Mentre ascolti, quindi, aggiungi anche “Sembra una situazione difficile” o “Come ti ha fatto sentire?“, queste frasi di supporto aiuteranno l’altro ad aprirsi.

  • “Se tu fossi completamente onesto con me, come descriveresti i tuoi sentimenti ultimamente?”

Con questa domanda stai dando il permesso esplicito a qualcuno di condividere come si sente in maniera sicura e senza fornire giudizi, una qualità rara. Ma puoi anche affilare la tua domanda in base a chi ti trovi di fronte. Se è un collega, infatti, potresti chiedere: “Se fossi completamente onesto con me, pensi che questo progetto possa andare lontano?”. O ancora, se è il tuo partner potresti domandare: “Se fossi completamente onesto con me, cosa vorresti che facessi diversamente nella nostra relazione?

  • “Cosa ti fa sentire bene e cosa invece ti preoccupa?”

Una persona non può stare solo bene o solaomale, vive infatti sentimenti contrastanti che si alternano anche nell’arco della giornata. Chiedere quindi cosa va bene e cosa, invece, preoccupa qualcuno permette all’altro di aprirsi a 360 gradi.

Fa sentire l’altra persona a suo agio – Grantennistoscana.it
  • “Quale parola useresti per descrivere la tua vita in questo momento?”

Racchiudere la nostra vita in una singola parola può suscitare intuizioni profonde. Quando poni questa domanda, infatti, stai fornendo all’altra persona tutti gli strumenti per capire cosa sta attraversando realmente in questo momento. Dopo che avrai ascoltato, però, aggiungi un ‘altra domanda come “Cosa ti ha fatto scegliere questa parola?” o “A cos’altro associ questa parola?“. E il tuo interlocutore sarà un fiume in piena.

  • “L’ultima volta che abbiamo parlato, avevi a che fare con [problema X]. Com’è andata ultimamente?”

Ricordando l’ultima conversazione, implicitamente stai dicendo all’altro che è importante e che ti importa del suo benessere. Ma non solo. Potresti anche approfondire e chiedere di un problema inaspettato nella sua vita, del periodo di transizione che sta attraversando, dell’obiettivo impegnativo che sta perseguendo o ancora di un problema con il proprio partner, con un amico, con un familiare o con un collega.

  • “Quale domanda vorresti che qualcuno ti facesse in questo momento?”

Chi hai di fronte potrebbe voler ardentemente dire qualcosa, ma non sapere come affrontare l’argomento. Quando chiedi di scegliere, stai implicitamente fornendo tutto lo spazio necessario per parlare di quello che sta realmente accadendo. Una volta condivisa, ripeti la domanda e presta tutta la tua attenzione. Solo così otterrai risposte sincere.

Karola Sicali

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