Scoperta la causa dello stress e depressione: i pensieri negativi hanno una forte influenza e non solo, a breve la cura

Stress e depressione sono sempre più diffusi nella società. Una recente scoperta ha evidenziato quali sono le loro cause.

Stress e depressione sono ormai da tempo i mali della nostra società. Negli ultimi anni, infatti, sono aumentati notevolmente i casi, soprattutto tra i più giovani. In particolare in seguito alla pandemia di Covid, che ha lasciato il segno nella vita quotidiana di chiunque. Recentemente l’esperimento di un team di ricercatori ha messo in evidenza le cause di tali disturbi: i pensieri negativi hanno un’importanza fondamentale.

La scoperta sula causa di stress e depressione
Scoperta la causa di stress e depressione: i risultati della recente indagine – grantennistoscana.it

Quando si parla di stress, si fa riferimento ad una risposta da parte sia del cervello che del corpo a stimoli che vengono percepiti come particolarmente allarmanti, rischiosi o gravosi. Il termine è stato utilizzato per la prima volta nel 1936, anno in cui il neuroendocrinologo Hans Salye ha definito il disturbo come un riscontro “dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”.

Passando, invece, alla depressione, si tratta di una vera e propria patologia che riguarda l’ambito psichiatrico. Non ha a che vedere solo il lato prettamente emotivo e non è da confondersi con “semplice” tristezza. Tale malattia si manifesta con una sintomatologia che può intaccare tanto la psiche quanto il corpo, con segnali fisici ben precisi.

Stress e depressione, a cosa sono dovuti?

Negli anni sono stati effettuati numerosi studi e indagini sulle patologie psichiatriche come la depressione e sullo stress. Tuttavia non non è poi così immediato riuscire a identificare i fattori scatenanti. Possono spaziare da elementi genetici a cause sociali, dai traumi che potrebbero influire negativamente sulla vita di un individuo all’utilizzo di determinati farmaci o sostanze, fino alla presenza di malattie pregresse.

Cause di depressione e stress
Stress e depressone: quali sono i fattori scatenanti? – grantennistoscana.it

Nel caso dello stress, in maniera simile a quanto accade con l’ansia, si parla di una risposta psico-fisica che come spiegato da Selye può essere distinta in tre fasi precise. La prima è quella di “allarme”, ossia quando l’individuo percepisce un senso di sopraffazione davanti ad alcuni compiti o a specifiche situazioni. Subentra poi la fase di “resistenza”, che si basa sull’adattamento alle nuove sfide.

Infine, si ha la fase di “esaurimento”, in cui viene abbandonata ogni forma di difesa e i segnali tipici dello stress (tra cui mal di testa, vertigini, perdita di appetito, eccessiva sudorazione e difficoltà a prendere sonno) iniziano a manifestarsi. La situazione diventa critica quando lo stress si fa cronico e, dunque, l’esposizione allo stimolo si estende nel lungo termine.

La depressione, da parte sua, potrebbe essere determinata da avvenimenti molto dolorosi. Come affermato all’inizio dell’articolo, non riguarda solamente la sfera delle emozioni. Da un lato, infatti, si contraddistingue per il forte malessere provato da chi ne soffre, la perdita della voglia di dedicarsi ad attività, la scarsa autostima e la difficoltà a concentrarsi. Dall’altro, però, la patologia può comportare tachicardia, dolori muscolari e mal di testa.

L’esperimento dei ricercatori del Karolinska Institutet

Negli ultimi tempi stress e depressione – insieme all’ansia – hanno trovato larga diffusione, interessando soprattutto le generazioni più giovani. Il fatto di vivere in una società sempre più frenetica, che richiede prestazioni impeccabili, con continue pressioni ed un senso di insicurezza verso il futuro, ha sicuramente un’influenza negativa sul benessere delle persone.

Cause di depressione e stress
Ansia e depressione: due fenomeni sempre più diffusi – grantennistoscana.it

Nonostante gli importanti passi avanti in tema di salute mentale, inoltre, per tanti è ancora difficile poter parlare apertamente delle proprie difficoltà, senza finire con l’essere stigmatizzati. Davanti a disturbi simili, la soluzione migliore in ogni caso è rivolgersi ad uno psicologo e affidarsi ad un percorso terapeutico. Nei casi più gravi, è possibile valutare anche l’assunzione di psicofarmaci, ma solo se prescritti da un esperto.

La recente indagine ad opera del team di studiosi dell’Università Karolinska Institutet di Stoccolma (pubblicata dalla rivista Nature Neurosceince) ha messo in evidenza nuovi ed interessanti aspetti su tali patologie, sottolineando la centralità di un gruppo di neuroni nella manifestazione di pensieri negativi, correlati allo stress cronico e alla depressione.

I ricercatori si sono fondati su un modello animale e sono andati a mappare le cellule del sistema nervoso. Hanno fatto ricorso a strumenti molto avanzati come il Patch-seq, che li hanno permesso di tenere sotto controllo il percorso neuronale del cervello, a partire dall’ipotalamo e arrivando all’habenula, così da poter studiare il comportamento e le reazioni degli animali dopo che questi sono stati lasciati entrare in una stanza.

Gli esiti dell’indagine

Durante l’esperimento, gli animali in cui il percorso si è attivato subito hanno mostrato la tendenza a non voler entrare nella stanza, nonostante non ci fossero ragioni specifiche per avere tale timore. Gli studiosi, inoltre, hanno notato come i neuroni collegati ai pensieri negativi e responsabili di disturbi come lo stress cronico sono legati a loro volta ai recettori per gli estrogeni. Ciò vuol dire che rispondono a questo ormone.

L'esperimento su stress e depressione
L’importanza dei neuroni responsabili dei pensieri negativi – grantennistoscana.it

Il che spiegherebbe per quale motivo i soggetti di sesso femminile presentano una maggiore sensibilità allo stress. Negli animali – che nel corso dell’indagine hanno affrontato situazioni imprevedibili di leggera tensione – la risposta degli esemplari femminili ha avuto una durata più lunga rispetto a quelli maschili.

L’autore senior dell’esperimento, Konstantinos Meletis, ha rilasciato alcune riflessioni sugli esiti. Per il momento il modo in cui vengono attivati i neuroni responsabili dei pensieri negativi e del conseguente stress cronico non è ancora chiaro. Come ragioniamo, tuttavia, gioca un ruolo centrale. Ogni giorno produciamo migliaia e migliaia di pensieri: secondo la ricerca degli psicologi dell’Università del Queen’s sarebbero mediamente 6.200.

Questi riescono a plasmare la visione che abbiamo della realtà. “Se riusciamo a capire come vengono creati i segnali negativi nel cervello, possiamo anche trovare meccanismi alla base di malattie affettive come la depressione” ha spiegato Meletis. In tal modo, sarà possibile lavorare alla realizzazione di nuovi farmaci in grado di trattare le patologie con modalità inedite.

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