Abusi domestici, le vittime hanno un alleato in più: l’app che permette di raccogliere prove

Gli abusi domestici continuano ad essere una realtà tristemente diffusa. Con questa nuova app, le vittime potranno contare su un alleato in più.

La nuova app, sviluppata nell’intento di fornire un supporto in più alle vittime di abusi domestici, è stata ideata da una donna che a sua volta ha dovuto fare i conti con un partner manipolatore. Dopo essere riuscita a fuggire, ha deciso di impegnarsi personalmente per aiutare tutte le donne e le ragazze che si trovano a far fronte alla medesima situazione e che vengono ostacolate dai loro compagni nella raccolta di prove.

L'app che aiuta le vittime di abusi domestici
Abusi domestici, con la nuova app le vittime avranno un supporto in più – grantennistoscana.it

Gli anni passano ma il tema della violenza sulla donne continua ad essere sempre attuale. Solamente in questi giorni il caso della morte di Giulia Tramontano ha scosso l’opinione pubblica. La 29enne è stata uccisa dal suo fidanzato, Alessandro Impagnatiello nella serata di sabato. Quest’ultimo le ha sferrato due coltellate in seguito ad una discussione, scoppiata dopo che la donna ha scoperto di essere stata tradita.

Tramontano era al suo settimo mese di gravidanza. Come messo in luce dal pm di Milano Alessia Menegazzo, il suo è stato un omicidio premeditato. Impagnatiello, infatti, prima di aggredirla aveva fatto alcune ricerche online su “come uccidere e come disfarsi del corpo della sua compagna”. L’uomo ha poi provato a liberarsi del cadavere dandogli fuoco per due volte, senza tuttavia riuscire nel suo intento.

Abusi domestici, le difficoltà incontrate dalle vittime di violenza

Negli ultimi anni gli episodi di abusi e violenze in Italia – che molto spesso sfociano in avvenimenti drammatici, come quello appena descritto – anziché diminuire sono andati incontro ad un preoccupante aumento. In particolare durante la pandemia di Covid-19. Per molte donne trovare il coraggio di denunciare e chiedere aiuto non è per niente semplice e scontato, al contrario di quanto si potrebbe pensare.

L'app che aiuta le vittime di abusi domestici
Le difficoltà incontrate dalle donne che subiscono abusi – grantennistoscana.it

Il timore verso i pregiudizi, la paura di avere ripercussioni e diversi altri fattori incidono fortemente sulle azioni delle vittime, che nella maggior parte dei casi finiscono col sentirsi in trappola. A ciò si aggiunge, molto spesso, l’impossibilità di riuscire a raccogliere prove contro il partner. Sono tanti i compagni violenti che, per tenere sotto controllo la propria fidanzata o moglie, le privano del cellulare o accedono ai loro dati.

L’app MyNARA è nata proprio nell’intento di aiutare le donne che si trovano a vivere una situazione simile. La piattaforma è stata creata per consentire alle vittime di violenze di conservare le testimonianze degli abusi subiti senza che il partner se ne possa accorgere, andando poi ad eliminare tutto. Inoltre, è in grado di fornire un vero e proprio supporto da parte di esperti in materia.

L’ideatrice dell’app è la terapista Emma Davey. In passato, la 34enne ha avuto una relazione con un partner abusivo e manipolatore che lo scorso novembre è stato arrestato. Ashley Southgate – questo è il nome dell’uomo – è finito in carcere con l’accusa di comportamento “coercitivo” e “controllante”.

MyNARA, l’app contro gli abusi ideata dalla terapista Emma Davey

La loro storia è durata ben sei anni, nel corso dei quali Southgate ha più volte distrutto lo smartphone della compagna o hackerato il suo pc per cancellare le prove raccolte da Davey, intenta a denunciarlo. Per lei è stata molto dura ottenere giustizia, proprio per via del continuo controllo del partner. Quando finalmente si è lasciata l’incubo alle spalle, si è trasferita in Australia.

L'app che aiuta le vittime di abusi domestici
MyNARA, l’app ideata dalla terapista Emma Davey – grantennistoscana.it

Qui ha ricostruito la sua vita, affermandosi come terapista e inaugurando un’attività tutta sua di counselling dal nome “MyTraumaTherapy”. La sua storia ha ispirato tantissime donne e, recentemente, Davey ha deciso di fare un passo ulteriore per aiutare coloro che stanno affrontando le stesse problematiche da cui è riuscita a scappare.

Così, insieme alla società specializzata in consulenza tecnologica Bigpark, si è messa al lavoro per la realizzazione di MyNARA (scaricabile dal sito mynara.app). Il nome è un acronimo che sta per “My Narcissistic Abuse Recovery App” e fa riferimento al disturbo della personalità narcisistica, tipica dei carnefici che perpetrano gli abusi sulle loro compagne.

Si tratta di una patologia psichiatrica che dovrebbe essere affrontata con i giusti mezzi, così che coloro che ne soffrono possano trovare una soluzione per uscirne senza continuare a ferire chi li circonda. Avere una relazione con una persona narcisista vuol dire dover fare i conti con un individuo totalmente concentrato su se stesso, sulla propria apparenza e sulle proprie “qualità”.

Come riconoscere un narcisista

Il narcisista ha bisogno di sentirsi costantemente al centro delle attenzioni. Nasconde la sua invidia verso il prossimo, mentre sostiene che siano le altre persone ad essere gelose delle sue doti e del suo talento, che tende molto spesso a sopravvalutare. Sminuisce gli altri per elevare se stesso e si sente come se avesse una sorta di privilegio.

Come riconoscere un compagno narcisista
I segnali per riconoscere un narcisista – grantennistoscana.it

Inoltre, è molto bravo nella manipolazione. Vuole avere il controllo sulle persone che lo circondano e, soprattutto, sulla sua partner. Per farlo è disposto a raggirarla ed intaccare la fiducia e la sicurezza che ha verso se stessa per spingerla nelle sue “grinfie” e poter prendere decisioni al posto suo. Il narcisista non ha mai colpe: l’unica a commettere errori è la sua vittima, che sarà soggetta a non poche umiliazioni pubbliche.

Come tante altre donne, Emma Davey ha vissuto una relazione con un uomo affetto da tale disturbo. Lo stesso riscontrato nella triste vicenda che ha interessato Tramontano, come evidenziato dalla criminologa Roberta Bruzzone: “Giulia è caduta sotto le coltellate di questo soggetto, ma anche molto prima, quando lui è riuscito a manipolarla e a farle credere di avere una relazione reale”.

Nel corso del suo intervento a RTL 102.5 News ha sentenziato: “Quest’uomo progettava da giorni le modalità con cui sbarazzarsi di lei. Giulia è stata vittima anche delle menzogne di quest’uomo, narcisista maligno”. Davanti a segnali come quelli descritti in precedenza, la soluzione migliore sarebbe porre fine alla relazione il prima possibile per quanto possa essere difficile e, talvolta, rischioso.

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