Allarme su aspirina ed anguria: i medici svelano un rischio forte e cosa evitare subito

Se uno è per eccellenza il frutto dell’estate, l’altra è una delle medicine più usate a livello mondale. State però attenti: ecco cosa può succedere

Chi, in questa lunga e caldissima estate, non si è mai gustato una buona fetta di anguria fresca? Si tratta di uno dei frutti più amati in questa stagione e, se si riesce a prenderla nel periodo di maturazione corretto, è proprio un’esplosione di gusto e di dolcezza. Non c’è persona alla quale non piaccia l’anguria e, non appena qualcuno ne inizia a tagliare una, le sue fette spariscono in men che non si dica: c’è qualcosa, però, a cui si deve prestare attenzione.

Aspirina ed anguria, a cosa si deve stare attenti
Aspirina ed anguria, a cosa si deve stare attenti: lo svelano i medici (grantennistoscana.it)

Sebbene infatti l’anguria e l’aspirina, nome commerciale dell’acido acetilsalicilico, sembrino a un primo sguardo non avere nulla in comune, in realtà i medici hanno svelato una correlazione alla quale molte persone devono stare attenti. La questione è soprattutto l’estrema diffusione sia di una, come frutto, che dell’altra, come medicinale di uso comune per il trattamento di raffreddori e stati influenzali: tra di loro c’è un’interazione e un legame che potrebbe mettere a rischio la salute. Ecco di cosa si tratta.

Partiamo dal principio: ecco cos’è l’Aspirina(davvero)

L’aspirina, venduta anche come acido acetilsalicilico, è un antinfiammatorio non steroideo e viene usato per ridurre l’infiammazione, per alleviare il dolore e per diminuire la febbre. A basso dosaggio, inoltre, agisce anche come antiaggregante piastrinico. Di fatto, quindi, viene somministrato a chi soffre di dolori mestruali e dentali, nonché per la cura delle sindromi influenzali, da raffreddamento e come coadiuvante nella terapia decongestionante per il naso chiuso.

Cos'è l'Aspirina
Cos’è l’Aspirina e perché bisogna stare attenti (grantennistoscana.it)

Una delle precauzioni più importanti è che l’Aspirina venga data solo ed esclusivamente a partire dai 16 anni. In soggetti più piccoli, infatti, può favorire la comparsa della sindrome di Reye. Inoltre, non va assunta in concomitanza con altri farmaci antinfiammatori, poiché aumenta il rischio di effetti collaterali, così come con anticoagulanti e inibitori del recupero del neurotrasmettitore serotonina.

Molte persone, poi, sono allergiche all’acido acetilsalicilico: le reazioni si manifestano già poche ore dopo l’assunzione del farmaco con mal di testa, cambiamento del colore della pelle, prurito, orticaria e congestione nasale. Si possono però palesare anche gonfiore di mani, piedi viso, dolore a livello gastrico, occhi rossi, diarrea e fiato corto. A livello mondiale, si stima che circa l’1% della popolazione globale soffra di forme allergiche nei confronti dei salicilati.

Cosa c’entra l’anguria?

Ebbene, arriviamo al cuore del problema. Chi è allergico all’acido acetilsalicilico non dovrebbe porre attenzione solo all’Aspirina e agli altri farmaci che la contengono, ma anche ad alimenti di tutti i giorni come le prugne, le arance, i pompelmi, i mandarini, i mirtilli, le pesche o le zucchine, le melanzane, la cicoria e gli spinaci. In questa lunga lista spunta anche l’anguria, la quale contiene naturalmente dei salicilati molto simili all’acido acetilsalicilico dell’Aspirina. Per ogni etto di polpa, ne contiene mezzo milligrammo: la reazione allergica di chi ha questo tipo di problema subentra solitamente a partire da un dosaggio di 12-15 milligrammi al giorno.

Anguria, attenti a cosa contiene
Anguria, attenti a cosa contiene: allarme per gli allergici all’Aspirina (grantennistoscana.it)

Per raggiungere quel quantitativo di acido acetilsalicilico bisogna mangiare circa 500 grammi di anguria che, sebbene sembri tanta, durante una calda giornata estiva è possibile raggiungerlo, soprattutto nel corso di un’intera giornata. Chi è allergico all’Aspirina, quindi, è meglio che riduca la quantità di anguria mangiata: se una fettina non fa male a nessuno, esagerare potrebbe portare qualche complicanza. Altri alimenti che contengono salicilati ci sono l’uva passa, il miele, i lamponi, i datteri secchi, il tè, le mandorle, le albicocche, l’arancia, l’ananas, l’indivia, le fragole, i ravanelli e i peperoni.

Il consiglio è quindi quello di leggere sempre attentamente le etichette dei prodotti che sono messi in vendita, poiché l’acido acetilsalicilico è presente anche come conservante in molti alimenti: qui è indicato come ASA, per cui è facile identificarlo.

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