Bonus di 3000 euro per i figli: chiarimenti sui limiti di reddito e le novità nella delega fiscale

È stata la stessa Agenzia delle entrate a fornire ulteriori dettagli sugli incentivi dedicati alle famiglie con figli a carico

Il Decreto lavoro è stato approvato a fine giugno, con la conversione in legge avvenuta circa una settimana più tardi. Tante le modifiche introdotte mentre il 29 agosto è entrata in vigore la legge delega per la riforma fiscale. Giorgia Meloni accelera sui punti salienti del programma di governo, priorità per gli aiuti alle famiglie.

Bonus figli, cosa succede con la nuova delega fiscale
Novità sul bonus figli, innalzato il tetto dei fringe benefit per i dipendenti fino a 3.000 – grantennistoscana.it

Proprio in questo senso, l’Agenzia delle entrate ha diffuso le direttive rivolte ai datori di lavoro che dovranno pianificare l’assegnazione dei bonus ai dipendenti con figli a carico. Parliamo di alcune linee guida che dovranno essere seguite alla lettera in caso di attribuzione di agevolazioni e rimborsi. Il tetto massimo dei fringe benefit viene innalzato e all’interno dell’elenco delle somme ‘detraibili’ ci sono diverse novità.

Non solo perché l’esecutivo non vuole fermarsi qui, il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, Tommaso Foti, ha infatti depositato la proposta di legge riguardante due misure cardine su cui si concentreranno gli sforzi dei prossimi mesi. Stiamo parlando del reddito d’infanzia e dell’assegno di gioventù, che andranno a coprire le lacune rimaste sui sostegni ai nuclei famigliari con più di un figlio.

Bonus figli, innalzato il tetto massimo dei fringe benefit

Le aziende stanno cercando di adeguarsi in tempi brevi alla nuova disciplina del welfare aziendale, a seguito dell’entrata in vigore del nuovo Decreto lavoro e della legge delega per la riforma fiscale. La novità più sostanziosa riguarda i beni e le somme esenti da imposte da destinare ai dipendenti. Il tetto massimo è stato innalzato fino a 3.000 euro – in precedenza il cap era fissato a 258,23 euro. Non solo, perché se nel nucleo famigliare sono presenti figli di 24 anni o meno, quest’ultimo può salire addirittura fino a 4.000 euro.

Fringe benefit, innalzato il tetto massimo a 3.000 euro: cosa cambia
Per il bonus figli non c’è una procedura, bisogna notificare al datore di lavoro la propria idoneità – grantennistoscana.it

Non esiste una procedura specifica per la richiesta dei benefit, le parti possono concordarli nelle modalità a loro più consone. Il dipendente però dovrà notificare al datore di lavoro la propria idoneità, mettendo a disposizione il codice fiscale del figlio o dei figli a carico. Ogni eventuale modifica dell’accordo pattuito – ad esempio se il reddito di uno dei figli dovesse aumentare – dovrà essere comunicato per tempo, così da dare spazio di manovra al responsabile per effettuare i dovuti aggiornamenti.

La specifica è d’obbligo: il bonus per l’anno 2023 rientra all’interno di un limite reddituale – non superiore a 2.840,51 euro oppure a 4.000 se il figlio ha meno di 24 anni – e la situazione andrà verificata entro il 31 dicembre di quest’anno. Inoltre, potrà essere assegnato a entrambi i genitori, anche se decidessero di far rientrare la detrazione per i figli a carico nel regime fiscale di chi ha il reddito maggiore. Tra i rimborsi esenti da tassazione infine anche quelli riguardanti “il pagamento delle utenze domestiche di energia elettrica, acqua e gas” oltre ai buoni pasto, i buoni carburante, i prestiti agevolati, le auto aziendali, le borse di studio e numerose altre voci.

Reddito d’infanzia e assegno di gioventù, di cosa si tratta?

A queste novità si aggiungono le proposte che dovrebbero concretizzarsi nei prossimi mesi. La prima è il reddito d’infanzia, poi il cosiddetto assegno di gioventù. Il Governo Meloni preme sull’acceleratore, vuole che le famiglie italiane abbiano il supporto necessario per poter crescere i figli in serenità. È uno degli obiettivi primari, tra le priorità dell’esecutivo che si è insediato circa un anno fa.

il governo spinge sulle nuove misure
Il Governo spinge sulle misure per le famiglie, al vaglio un reddito d’infanzia e l’assegno di gioventù – grantennistoscana.it

Lottare contro il calo delle nascite per evitare il definitivo crollo demografico. La denatalità galoppante che ha caratterizzato l’Italia negli ultimi decenni non sembra destinata a rallentare – le statistiche lo confermano. La prima misura dovrebbe andare a sostegno di chi ha la volontà di allargare la propria famiglia, accogliendo un nuovo figlio. Stiamo parlando quindi dei nuclei che hanno già avuto il primogenito o la primogenita. Un importo da far erogare mensilmente che dovrebbe arrivare a toccare i 400 euro per i primi sei anni di vita del secondogenito – complessivamente 72 mensilità del valore di 28 mila euro, una cifra considerevole.

Il reddito d’infanzia, nel sistema ipotizzato, dovrebbe trasformarsi in automatico in assegno di gioventù: diminuisce la cifra ma aumentano gli anni, 250 euro per la fascia d’età tra i 7 e i 25. Al momento la proposta di legge è stata depositata dal capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti. Da verificare quindi la fattibilità di una manovra del genere, pertanto i numeri potrebbero essere destinati a cambiare. In particolare, rimane il nodo sui fondi da reperire, si sta riflettendo su una possibile conversione delle risorse avanzate dall’Assegno Unico Universale.

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