Com’era Diego Abatantuono da giovanissimo: l’attore è quasi irriconoscibile

Diego Abatantuono è diventato famoso per il suo modo di porsi e quella barba caratteristica. Ma l’avete visto giovanissimo? Era irriconoscibile.

Diego ha esordito nel 1976 in un film dai più dimenticato e che ancora non conosceva tutto il suo talento. Oggi a rivederlo fa quasi impressione.

com'era Diego abadantuono da giovane
Diego Abatantuono, spunta la foto da giovanissimo (ANSA) GranTennisToscana.it

Il film si chiama Liberi amanti pericolosi e la regia è di Romolo Guerrieri. Al suo fianco troviamo una splendida, e altrettanto giovane, Eleonora Giorgi nei panni di Lea, il protagonista è Tomas Milian nel ruolo del Commissario. Anche per quest’ultimo non è ancora noto al grande pubblico e in quell’anno esordirà per la prima volta ne Il trucido e lo sbirro interpretando il ruolo de Er Monnezza che lo avrebbe consegnato alla storia del cinema.

Diego invece sarebbe diventato famoso grazie a una mitica interpretazione in Fantozzi contro tutti di Neri Parenti e Paolo Villaggio del 1980. In quel film interpretava il ruolo di Cecco, il panettiere di cui si innamora la moglie del ragioniere e per il quale quest’ultimo subisce l’ennesima umiliazione. Da quel film vedremo Abatantuono con regolarità fino a quando nel 1982 Eccezzziunale… veramente di Carlo Vanzina fu talmente amato tanto da essere utilizzato nello stesso anno in un totale di sette film.

Diego Abatantuono giovanissimo, è irriconoscibile

Nel film Liberi amanti pericolosi Diego Abatantuono è totalmente irriconoscibile. Nonostante il capello sia come sempre arruffato, ancora non c’è traccia della famosa barba. Lo sguardo è impossibile da non riconoscere, ma anche per via di un fisico esile non subito riusciamo a riconoscerlo. D’altronde l’attore milanese, ma di origine pugliese da parte di padre, all’epoca aveva appena 21 anni ed era poco più che un ragazzo.

Diego Abatantuono difficile da riconoscere
Diego Abatantuono da giovanissimo (Foto Instagram @prima_volta_di) – (GranTennisToscana.it)

Il film è un poliziottesco di Romolo Guerriero che non passa alla storia, ma che all’epoca incasso tantissimo al cinema sfiorando i 900 milioni di lire. Su soggetto di Fernando Di Leo, il film è tratto dai racconti originali di Giorgio Scerbanenco. Anche se oggi pochi ricordano quel film all’epoca segnò il passo per tanti altri poliziotteschi in grado di raggiungere un successo maggiore nell’immaginario collettivo.

Tornando a Diego, riesce a raggiungere il cinema grazie ai Gatti di Vicolo Miracoli quando infatti lo portano con loro a fare un provino riesce a farsi notare da Romolo Guerrieri che lo porta nel film in questione. Da lì parte un mito che nel corso del tempo ha segnato la storia del nostro spettacolo e non solo del cinema.

L’icona Abatantuono

Nel corso del tempo Diego Abatantuono è diventato una vera e propria icona. L’attore è riuscito a conquistare il pubblico per il suo modo di fare istrionico, contraddistinto dall’accento pugliese nonostante sia nato a Milano. Il legame con suo padre Matteo lo porta ad apprezzare l’attaccamento verso il meridione. Rappresenta infatti l’uomo meridionale con passione e simpatia.

Diego Abatantuono da giovanissimo era irriconoscibile
Diego Abatantuono, un’icona di film e spettacolo (ANSA) GranTennisToscana.it

Il pubblico lo inizia ad apprezzare anche per il suo modo di apparire. Fisico robusto, capelli ricci e un viso impossibile da non riconoscere. Prima i baffi e poi la barba lo rappresentano in toto e ne arricchiscono un volto particolare e inconfondibile, tanto che appunto le immagini di quel lontano debutto lo rendono irriconoscibile.

Comico, ma non troppo

Diego Abatantuono è passato alla storia come l’attore comico in grado di impersonare l’uomo meridionale medio, un po’ ignorante e facilone. Ma va detto che non è stato solo questo. L’artista molto spesso è stato protagonista di film divertenti e spensierati, ma ha contribuito anche a lavori impegnati e decisamente commoventi riuscendo a rientrare nel canone per il quale un attore comico è straordinario anche in ruoli drammatici e che il contrario è decisamente difficile.

Abatantuono, come si fa a riconoscerlo così?
Diego Abatantuono, al di là della comicità (ANSA) GranTennisToscana.it

Nel 1986 a notare questa sua propensione è Pupi Avati che lo lancia nel suo primo ruolo drammatico di rilievo in Regalo di Natale. Da lì sono numerosi i film impegnati in cui recita con un sodalizio che si inaugura nel 1988 con Gabriele Salvatores con il quale reciterà in Kamikazen Ultima notte a Milano, Marrakech Express, Turné, Mediterraneo e Puerto Escondito. Proprio con Mediterraneo del 1992 vince l’Oscar per il miglior film in lingua straniera. Il film è un successo così grande tanto da diventare cavallo di battaglia da spendere per anni per alcuni artisti, ma non per lui che davanti ha ancora tanta strada da percorrere.

Non si ferma lì la produzione drammatica dell’artista che riesce a distinguersi anche nell’emozionante Il Toro di Carlo Mazzacurati del 1994. Attore di grandissimo spessore è uomo dalla grande ironia che anche in televisione ha portato contenuti interessanti. Al di là del suo spassionato tifo per il Milan riesce a farsi conoscere sotto diversi punti di vista. Oggi è apprezzato da un pubblico sempre più grande e a prendere quelle foto di quasi cinquant’anni fa ci sembra davvero di vedere un’altra persona. Eppure Diego è stato anche quello un giovane “sbarbatello“, per dirla alla sua maniera, che ha subito rapito l’occhio al cinema e al suo pubblico.

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