Covid, aumetano i casi: un nuovo lockdown è in arrivo?

Chi pensava che l’incubo Covid fosse ormai definitivamente alle nostre spalle dovrà ricredersi. Gli ultimi dati aprono una prospettiva inquietante. 

Tre anni fa esatti il Covid rifilava al mondo intero il suo secondo colpo di coda: dopo l’esplosione della pandemia, a febbraio 2020, e un’estate di illusoria liberazione dal virus, si ripeteva l’incubo dei contagi fuori controllo e dei famigerati lockdown. E oggi? Chi pensava che l’incubo Covid fosse ormai definitivamente alle nostre spalle – diciamolo: tutti o quasi – dovrà probabilmente ricredersi. Gli ultimi dati aprono una prospettiva a dir poco inquietante.

Covid aumento casi nuovo lockdown
Non è detto che, dopo averle abbandonate ormai da mesi, non si debba tornare a usare le mascherine. (Grantennistoscana.it)

A far suonare il campanello d’allarme è l’aumento delle infezioni rilevato dal ministero della Salute. Che proprio in queste ore sta predisponendo una circolare con l’obiettivo di dare nuove regole per gestire e circoscrivere e isolare i contagi in aree particolari come gli ospedali. Tanto per rendere l’idea della gravità della situazione, non è detto che, dopo averle abbandonate ormai da mesi, non si debba tornare a usare le mascherine.

L’esperienza insegna che alimentare allarmismi è del tutto controproducente. Ma una cosa è certa: i contagi da Covid in Italia sono in aumento, anche se – per ora – senza contraccolpi significativi sugli ospedali. E dato che la mascherina è uno strumento fondamentale per interrompere le catene di trasmissione delle infezioni, in Italia (ma anche in altri paesi) si sta rivalutando l’impiego di quel presidio all’interno di strutture come appunto gli ospedali. A Lisbona, in Portogallo, per esempio, l’uso delle mascherine è di nuovo obbligatorio per il ricovero negli ospedali. Mentre in Francia le autorità raccomandano di restare a casa in caso di contagio, e si fa strada l’ipotesi dell’obbligo di mascherine a scuola.

Tutti i numeri del “ritorno” del Covid

Almeno per il momento, qui da noi si teme soprattutto per le persone che hanno già delle patologie e per le quali un’infezione Covid rappresenterebbe un rischio potenzialmente letale. Di qui la decisione della direzione Prevenzione del ministero della Salute di diramare una circolare (anche) per disciplinare l’esecuzione dei tamponi all’arrivo in ospedale e in pronto soccorso e garantire una diagnosi differenziale, nei pazienti sintomatici, con le altre patologie respiratorie circolanti.

In altre parole, lo scopo è capire subito se chi arriva in ospedale ha contratto un virus respiratorio, ha il Coronavirus o un’influenza. Oltre ai test Covid in ospedale e Rsa, dunque, saranno eseguiti tamponi per altri virus respiratori. Ma potrebbero anche essere diramate nuove direttive ad hoc per le residenze per anziani.

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I riflettori sono puntati sulla variante Covid EG.5 Eris, in vistosa crescita in Italia nelle ultime settimane. (Grantennistoscana.it)

I riflettori sono puntati sulla variante Covid EG.5 Eris, in vistosa crescita in Italia nelle ultime settimane, che si attesta come quella prevalente al 41,9%, pari a 249 casi su 773. Questo è quanto emerge dall’ultima flash survey delle varianti di agosto condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Un quadro simile – precisa l’Istituto – si osserva a livello globale, dove EG.5, e in particolare EG.5.1, “è caratterizzata da un notevole incremento, rappresentando la cosiddetta variante di interesse (VOI) maggiormente rilevata in Europa, Stati Uniti e Asia“. Va precisato però che ad oggi non si evidenziano rischi aggiuntivi per la salute pubblica rispetto alle varianti già in circolazione.

La situazione sul territorio

C’è chi si è mosso in anticipo. In Lombardia, per esempio, è già operativa una circolare che impone l’uso delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa. La direzione Welfare della Regione ha infatti diffuso un documento nel quale si ribadisce la necessità di indossare le mascherine per operatori e visitatori di strutture con pazienti fragili e per quanti prestano assistenza ai pazienti ricoverati in ospedale se si tratta di minorenni, persone in fin di vita, partorienti o donne con complicazioni nella gravidanza (in questo caso, possibilmente, optando per mascherine Ffp2). Sempre in Lombardia è previsto l’obbligo di tampone in pronto soccorso per coloro che si presentano con problemi respiratori e tosse non altrimenti spiegabili, o pur non presentando sintomi devono essere ricoverato in reparti che ospitano trovano pazienti immunodepressi o in ostetricia.

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Per chi è entrato in contatto con soggetti affetti da Covid non è prevista alcuna misura restrittiva, ma si “raccomanda di fare attenzione all’eventuale comparsa di sintomi. (Grantennistoscana.it)

Per il resto, allo stato attuale, le regole vigenti in Italia dicono che se si è positivi al Covid non è obbligatorio autoisolarsi. Ma è “consigliato indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie (mascherina chirurgica o Ffp2), se si entra in contatto con altre persone“. Non solo: se si è sintomatici, gli esperti del ministero della Salute consigliano di “rimanere a casa fino al termine dei sintomi, applicare una corretta igiene delle mani ed evitare ambienti affollati.

Anche per chi è entrato in contatto con soggetti affetti da Covid non è prevista  alcuna misura restrittiva. Ma si “raccomanda di fare attenzione all’eventuale comparsa di sintomi come febbre, tosse, mal di gola e stanchezza nei giorni immediatamente successivi al contatto“. Inoltre, “è opportuno che la persona eviti il contatto con persone fragili, immunodepressi, donne in gravidanza – sottolinea ancora il ministero -. Se durante questo periodo si manifestano sintomi suggestivi di Covid-19 è raccomandata l’esecuzione di un test antigenico, anche autosomministrato, o molecolare“.

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