Gli effetti della chemioterapia sul cervello: si chiama chemo brain, cosa succede dopo le sedute

Spesso dopo le sedute di trattamento chemioterapico i pazienti patiscono i sintomi del cosiddetto “chemo brain”. Cos’è nello specifico?

Scopriamo di cosa si tratta e quanti soffrono di questa condizione che è nota anche come “cervello chemioterapizzato” o chemofog (“annebbiamento da chemio”).

che cos'è il chemo brain
La scienza rivela alcuni effetti collaterali della chemioterapia – grantennistoscana.it

“Chemo brain” alla lettera significa “cervello da chemio”. È l’espressione con cui la medicina indica tutta una serie di effetti collaterali di natura cognitiva che si verificano nei pazienti sottoposti alla chemioterapia. Il “chemo brain” fa riferimento a una condizione debilitante seguita al trattamento antitumorale. Si caratterizza per la perdita della capacità di recuperare le parole, la memoria, le funzioni cognitive e anche la concentrazione.

A causa di questo insieme di effetti collaterali i pazienti affetti dai sintomi si sentono come avvolti da una sorta di “nebbia mentale”. Incontrano notevoli difficoltà ad organizzarsi in maniera efficace, faticano a trovare le parole giuste e a imparare qualcosa di nuovo. A livello emotivo l’impatto è forte: chi si trova in questa condizione sperimenta una sensazione di disorientamento. Se prima i pazienti riuscivano a fare più cose, operando diciamo in modalità multitasking, questa versatilità è fortemente menomata dal chemo brain.

Quanti sono i pazienti che soffrono di chemo brain

Secondo i dati delle ricerche, i sintomi del chemo brain si presentano nel 75% dei pazienti che si sottopongono alla chemioterapia, durante e dopo il trattamento. Praticamente tre pazienti su quattro. Di questi, il 35% lamenta la persistenza di effetti collaterali.

Oltretutto le difficoltà cognitive legate alla chemioterapia non esordiscono seguendo una tempistica univoca. Perciò non è cosa facile riuscire a prevedere quando faranno la loro comparsa. Secondo i medici un ruolo importante lo giocherebbe la localizzazione del tumore.

quanti pazienti soffrono di chemio brain
Molti pazienti dopo la chemio sperimentano il chemo brain – grantennistoscana.it

In più ci sarebbero una serie di fattori di rischio che più di altri predisporrebbero alcuni pazienti a sviluppare i sintomi del chemo brain. Tra questi ci sono l’età avanzata, l’uso di alcol o sostanze stupefacenti, i disturbi mentali, eccetera. Allo stato attuale i ricercatori non sono ancora giunti a una spiegazione unanime sulle cause della selettività con cui si presentano questi effetti collaterali.

Ancora non è ben chiaro perché alcuni pazienti oncologici non soffrono dei sintomi del chemo brain mentre in altri si manifestano anche a distanza di mesi – o addirittura di anni – dalla chemioterapia. Alcuni ricercatori ipotizzano che a fare la differenza all’origine potrebbe essere un processo infiammatorio.

Il fatto è che tecnicamente trattare il cancro attraverso la chemioterapia uccide sì le cellule tumorali, ma inevitabilmente danneggia anche le cellule che possono rendere più rapido l’invecchiamento e aggravare l’infiammazione, inclusa anche quella cerebrale.

Chemo brain, un fenomeno complesso da decifrare

Perciò gli effetti debilitanti di questo trattamento si manifesterebbero anche sotto forma di un deterioramento delle funzioni cognitive del paziente, rimaste compromesse nel chemo brain. Senza contare che lo stesso cancro poi va ad attaccare direttamente il cervello, danneggiandolo.

Dunque si tratta di un fenomeno complesso dove diventa cruciale operare una distinzione tra gli effetti indiretti della chemioterapia e quelli diretti del cancro.

Molte persone poi quando si ammalano di cancro hanno anche problemi legati alla depressione, all’ansia e all’insonnia. Tutti disturbi che possono contribuire a debilitarle sotto il profilo cognitivo rispetto a prima, a prescindere dalla malattia e dal trattamento chemioterapico.

Come trattare il chemo brain

Il chemo brain è dunque un fenomeno complesso che richiede un approccio integrato e a più livelli.

trattamenti per il chemo brain
Donna che si allena-grantennistoscana.it-20230927.jpg

Secondo gli esperti si sono rivelati di particolare efficacia trattamenti e tecniche come l’esercizio fisico, la riabilitazione cognitiva e le terapie cognitivo-comportamentale.

Esercizio fisico

Gli esperti ricordano che secondo diverse ricerche i pazienti che al momento della diagnosi e del trattamento risultavano fisicamente attivi si mantenevano in condizioni migliori sul piano cognitivo rispetto ai pazienti che non lo erano prima e durante il trattamento a base di chemioterapia.

Riabilitazione cognitiva

Cercare di riprendere i comportamenti abituali precedenti al trattamento può aiutare e lenire i sintomi e agevolare la vita. Sul piano pratico, organizzare la casa in modo che ogni cosa si trovi al suo posto può rivelarsi di grande utilità quando si presentano difficoltà a memorizzare.

cause del chemo brain
La cause dell’annebbiamento mentale dopo la chemioterapia ancora non sono perfettamente chiare – grantennistoscana.it

E lo stesso vale per i propri impegni, che può essere utile segnare su un’agenda. In maniera simile, anche creare delle abitudini quotidiane, una routine da seguire con regolarità, aiuta a riallenare il cervello. Affrontando esercizi cognitivi sempre più complessi si può stimolare la guarigione del cervello.

Terapia cognitivo-comportamentale

Un altro trattamento che ha provato la sua efficacia è una terapia cognitivo-comportamentale di nome “Memory and Attention Adaptation Training” (MAAT).

Accanto all’efficacia, uno dei vantaggi della MAAT consiste nella possibilità di essere facilmente praticata a casa. Può aiutare i pazienti che soffrono di chemio brain a usare in maniera ottimale le capacità cognitive rimaste intatte e sviluppare così nuove competenze (o a compensare le abilità compromesse) in grado di aiutare a svolgere attività dove servono attenzione e memoria.

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