Gli scienziati rivelano il legame tra lavarsi i denti e la demenza: incredibile ma vero

Il segreto di una mente sana e funzionale sta anche nell’igiene orale: ecco cosa ha scoperto un’équipe di ricercatori. 

Se l’alito (cattivo) mattutino non è un incentivo sufficiente per andare in bagno a lavarsi i denti, quanto state per leggere lo sarà di sicuro. Un nuovo studio scientifico aggiunge un nuovo importante tassello alle nostre conoscenza dell’Alzheimer. Vale la pena di farne tesoro, data la crescenze diffusione tra la popolazione globale delle varie forme di demenza.

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Lo studio che lascia senza parole tra igiene orale e demenza (Grantennistoscana.it)

Come può la nostra salute orale influenzare l’attività del nostro cervello? È la domanda che si sono posti diversi ricercatori giapponesi. Di qui ha preso le mosse uno studio approfondito della correlazione tra una semplice abitudine come quella di lavarsi i denti e la nostra funzionalità cerebrale. Le conclusioni a cui è giunto il team di ricerca hanno subito attirato i riflettori della stampa specializzata e generalista a livello internazionale. Vediamoli da vicino.

Dimmi che denti hai e ti dirò quanto sano di mente sei

I ricercatori giapponesi hanno scoperto che le malattie gengivali e la perdita dei denti sono associate al restringimento nell’ippocampo, un’area del cervello coinvolta nella memoria e che spesso risulta danneggiata nei pazienti affetti da Alzheimer. In altre parole, le malattie gengivali e la perdita dei denti possono letteralmente rimpicciolire il cervello.

Un’alta percentuale degli over i 30 anni nel nostro paese mostra vari segni di malattie gengivali, in molti casi anche gravi. Nel frattempo, l’Alzheimer è un’importante causa di morte tra la popolazione adulta. Secondo lo studio in questione, i due dati non sono slegati l’uno dall’altro.

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Le problematiche alle gengive e ai denti possono essere correlata alla demenza? (Grantennistoscana.it)

“Studi precedenti hanno dimostrato che l’infiammazione periferica cronica può aumentare il rischio di demenza e progredire determinando un’atrofia dell’ippocampo, ovvero il restringimento del cervello”, ha spiegato al settimanale Newsweek Satoshi Yamaguchi, autore dello studio, della Tohoku University.

“La malattia parodontale (o malattia gengivale che dir si voglia) è un’infiammazione cronica nella cavità orale e può avere effetti negativi sull’ippocampo attraverso l’infiammazione”, ha continuato l’esperto. “È stato anche suggerito che i microbi che causano malattie gengivali possono invadere il cervello e danneggiare il tessuto nervoso“. Ma non è tutto.

Il nesso tra malattie gengivali e restringimento del cervello

Per quanto riguarda la perdita dei denti, Yamaguchi ha precisato che i denti mancanti potrebbero ridurre la stimolazione masticatoria, il che  – dimostrazione scientifica alla mano – è una causa di restringimento del cervello. Tuttavia, l’esperto ha voluto anche sottolineare che lo studio in questione non dimostra che esiste una relazione causale tra malattie gengivali e restringimento del cervello. “Questo studio ha dimostrato solo che esiste una correlazione tra il numero di denti e la malattia parodontale e il tasso di atrofia ippocampale“, ha chiarito.

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Lo studio indica che una buona igiene orale può salvare dalla demenza (Grantennistoscana.it)

Il legame tra perdita dei denti e salute del cervello può in realtà anche essere influenzato da altri fattori. “Poiché il numero di denti tende a diminuire con l’età, l’associazione tra un minor numero di denti e un aumento del tasso di atrofia ippocampale può essere condizionata anche dall’età anagrafica”, ha fatto notare Yamaguchi.

Lo studio in questione, pubblicato mercoledì sull’autorevole rivista scientifica Neurology, ha preso in esame un campione abbastanza ristretto di 172 individui, tutti di età superiore a 55 anni. “Dobbiamo confermare la portata generale delle nostre conclusioni analizzando un gruppo più ampio e diversificato di individui”, ha ammesso Yamaguchi. “Quindi sono necessari ulteriori studi mirati per confermare la relazione causale e per chiarire il meccanismo” che è alla base di tali associazioni.

Nonostante queste precisazioni, lo studio ha fornito prove convincenti che mantenere una buona igiene orale potrebbe proteggerci dalle malattie del cervello in età avanzata. “Potrebbe essere meglio togliere i denti nei pazienti affetti da malattia parodontale grave e difficili da trattare e sostituirli con protesi appropriate, piuttosto che mantenerli a tutti i costi”, ha rimarcato Yamaguchi. Ed ha aggiunto che la malattia gengivale è una “malattia silenziosa” e che può diventare (molto) grave senza che il malcapitato accusi dolore. “Inoltre, non ci sono criteri chiari per decidere se è il caso di estrarre un dente in presenza di malattia parodontale. È importante sottoporsi a visite regolari presso un dentista di fiducia”, ha concluso.

Dagli altri recenti studi è emersa una stretta correlazione tra l’Alzheimer e un batterio presente nel cavo orale, responsabile anche dell’insorgenza della parodontite e di altre infiammazioni gengivali di grave entità. La presenza di tale batterio è stata infatti rilevata nel cervello del 96% degli anziani deceduti a causa dell’Alzheimer. Il che avvalora ulteriormente la teoria per cui il morbo potrebbe essere strettamente connesso alla parodontite.

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