I politici italiani più ricchi in assoluto | Dichiarazioni dei redditi da far paura

I politici hanno l’obbligo di pubblicare le loro dichiarazioni dei redditi. Ecco chi primeggia in base alla classifica aggiornata.   

I rappresentanti politici italiani sono l’espressione di idee, culture valori diversi e spesso inconciliabili, ma hanno tutti un elemento comune: quanto a soldi non se la passano male. Non a caso si parla di “casta“, a indicare la loro situazione economicamente privilegiata rispetto all’uomo comune. Vediamo insieme la classifica dei più abbienti in base agli ultimi redditi dichiarati.

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Spuntano le dichiarazioni dei redditi dei politici italiani: cifre assurde (Foto Ansa) – grantennistoscana.it

In ossequio al principio di trasparenza, ogni anno deputati, senatori, membri del governo e dirigenti di partito sono tenuti a pubblicare negli appositi siti istituzionali le loro dichiarazioni dei redditi. Ecco allora nel dettaglio la classifica dei politici più ricchi in Italia secondo ultime dichiarazioni dei redditi pubblicate.

I Paperon de’ paperoni della politica italiana

È ancora Silvio Berlusconi, il noto imprenditore e leader di Forza Italia recentemente venuto a mancare, a primeggiare nella classifica aggiornata: i redditi del leader di Forza Italia superano di gran lunga quelli tutti gli altri colleghi di plenaria. Il Cavaliere, con un patrimonio personale stimato in 6,8 miliardi di euro, era anche il terzo uomo più ricco d’Italia. Ma gli altri non possono certo lamentarsi…

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Un parlamentare che viene nominato ministro non riceve più un doppio stipendio, ma mantiene solo quello di deputato o senatore. (Grantennistoscana.it)

Spicca anche il reddito complessivo dichiarato da Matteo Renzi, leader di Italia Viva e attuale direttore del quotidiano Il Riformista. Più misere (si fa per dire) le entrate di Giuseppe Conte e Carlo Calenda, dato che non sono stati in Parlamento, ma c’è da dire che il reddito da europarlamentare del leader di Azione è stato calcolato a parte. In ascesa invece anche Elly Schlein, che nel 2021 ricopriva l’incarico di vicepresidente dell’Emilia-Romagna: con l’approdo in Parlamento dovrebbe nettamente migliorare i propri guadagni. Idem il leader dei Verdi Angelo Bonelli.

Guardando in particolare al perimetro dell’attuale governo in carica, il ministro della Difesa Guido Crosetto nel 2021 è stato il più ricco, seguito da Daniela Santanchè (negli ultimi giorni al centro di accese polemiche per la gestione dei suoi affari da imprenditrice privata) e da Maria Elisabetta Aliberti Casellati. Quanto alla presidente del Consiglio nonché leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, nell’ultima dichiarazione dei redditi ha fatto uno scatto in avanti: se nel 2021 aveva dichiarato un reddito complessivo pari a 134.000 euro, nel 2022 supera i 160.000, mentre in passato si aggirava sempre sui 100.000 euro….

A tal proposito, vale la pena di ricordare che a seguito di una riforma voluta dall’allora governo guidato da Enrico Letta, un parlamentare che viene nominato ministro non riceve più un doppio stipendio, ma mantiene solo quello di deputato o senatore. I ministri tecnici, invece, ricevono uno stipendio complessivo pari a 9.203,54 euro al mese. Un importo mediamente superiore a quelle dei loro colleghi parlamentari, anche se l’ingresso nell’esecutivo determina tendenzialmente una diminuzione dei guadagni per gli indipendenti.

I conti in tasca ai politici nazionali

Di seguito i redditi complessivi riportati nelle dichiarazioni dei redditi 2022 dei principali leader politici ed esponenti di partito in Italia e degli attuali membri del governo guidato da Giorgia Meloni.

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Dopo quello di Silvio Berlusconi, spicca il reddito complessivo dichiarato da Matteo Renzi – grantennistoscana.it
  1. Silvio Berlusconi (Forza Italia): 17.698.668 euro;
  2. Matteo Renzi (Italia Viva): 2.584.448 euro;
  3. Guido Crosetto (FdI): 935.183 euro;
  4. Enrico Letta (Pd): 388.863 euro;
  5. Daniela Santanchè (FdI): 300.763 euro;
  6. Maria Elisabetta Aliberti Casellati (Forza Italia): 273.151 euro;
  7. Orazio Schillaci (indipendente): 236.389 euro;
  8. Carlo Nordio (indipendente): 232.438 euro;
  9. Giuseppe Valditara (indipendente): 228.075 euro;
  10. Gennaro Sangiuliano (indipendente): 206.178 euro;
  11. Maria Elvira Calderone (indipendente): 191.058 euro;
  12. Andrea Abodi (indipendente): 190.276 euro;
  13. Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia): 165.802 euro;
  14. Giorgia Meloni (Fdi): 160.706 euro;
  15. Matteo Piantedosi (indipendente): 150.116 euro;
  16. Roberto Calderoli (Lega): 149.165 euro;
  17. Pier Ferdinando Casini (Centristi per l’Europa): 129.882 euro;
  18. Nicola Zingaretti (Pd): 129.253 euro;
  19. Anna Maria Bernini (Forza Italia): 128.770 euro;
  20. Nello Musumeci (FdI): 127.392 euro;
  21. Adolfo Urso (FdI): 121.260 euro;
  22. Matteo Salvini (Lega): 115.852 euro;
  23. Mara Carfagna (Azione): 107.068 euro;
  24. Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi-Siistra): 105.660 euro;
  25. Alessandra Locatelli (Lega): 104.960 euro;
  26. Francesco Lollobrigida (FdI): 104.792 euro;
  27. Luca Ciriani (FdI): 100.286 euro;
  28. Giancarlo Giorgetti (Lega) – 99.623 euro;
  29. Paolo Zangrillo (Forza Italia) – 98.786 euro;
  30. Maria Elena Boschi (Italia Viva) – 98.471 euro;
  31. Elly Schlein (Pd) – 88.000 euro;
  32. Angelo Bonelli (Alleanza Verdi-Siistra) – 78.829 euro;
  33. Carlo Calenda (Azione) – 65.291 euro;
  34. Antonio Tajani (Forza Italia) – 54.920 euro;
  35. Eugenia Maria Roccella (Forza Italia) – 50.947 euro;
  36. Giuseppe Conte (M5s) – 34.095 euro;
  37. Raffaele Fitto (FdI) – 30.038 euro.

Per chi votano i ricchi

Nel frattempo il ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi 2022 che riportano anche i dati sul 2 per mille. Ebbene, emerge che un contribuente su tre ha scelto di destinare il 2 per mille al Pd: si tratta di 475.808 persone, pari al 33,24% del totale. Sul secondo gradino del podio (ma con grande distacco) troviamo a Fratelli d’Italia, che è stato scelto da 233.874 contribuenti (il 16,34% del totale). In terza posizione c’è la Lega, scelta però da appena 99.667 cittadini, pari al 6,96% del totale. Ma questa è un’altra storia.

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