Mamme e lavoro, il rapporto di Save the Children preoccupa (e non poco)

Il tema del rapporto tra la maternità e il lavoro è sempre molto delicato. Gli ultimi dati forniti da Save The Children, però, fanno preoccupare

In una società che funziona come dovrebbe, la maternità di una donna e la nascita di un figlio per una nuova famiglia dovrebbero essere supportati dallo stato. Gli asili nido, ad esempio, dovrebbero essere ben distribuiti sul territorio e accessibili a tutte le famiglie con un costo correlato alle entrate economiche di ogni famiglia, così come le scuole elementari e medie dovrebbero tutte garantire il servizio mensa e il pomeriggio a scuola.

Mamme e lavoro: il rapporto
Il rapporto di Save The Children sulle mamme e il lavoro fa preoccupare – grantennistoscana.it

Di fatto, però, soprattutto in Italia non è così e questo nella maggior parte dei casi si traduce in una rinuncia o in un ridimensionamento del lavoro della mamma: ecco il rapporto di Save The Children.

Poiché la maternità in Italia è ancora vista come compito della donna, molto spesso la gestione del bambino implica alla mamma rinunce anche molto pesanti, soprattutto legate all’ambito professionale. Sono tantissime le donne che, dopo la nascita di un figlio, si vedono costrette dall’azienda o da necessità famigliari a chiedere il part time o addirittura a rimanere a casa: ecco le ultime news di Save The Children, tutt’altro che rassicuranti.

Il rapporto tra la maternità e il lavoro: qualche dato

Non vorremmo mai dirvi che è così, ma purtroppo in questi casi la matematica aiuta a rendersi conto della gravità del problema. Nelle famiglie con due figli minorenni, poco più di una donna su due lavora mentre, nelle famiglie con un figlio, la percentuale di mamme lavoratrici è del 63%. In entrambi i casi, invece, la percentuale di papà che lavorano sale al 90% e oltre. Questi sono i dati raccolti dall’ottavo report di “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2023” pubblicato proprio da Save The Children per la Festa della Mamma.

Mamme e lavoro: il rapporto
Il rapporto di Save The Children sulle mamme e il lavoro, ecco i dati emersi – grantennistoscana.it

Impossibile non notare il divario occupazionale tra uomini e donne, in Italia. Questo fenomeno è legato a doppio filo a quello della scarsa natalità: in uno scenario del genere, che impone alle donne seri ripensamenti e gravi rinunce del proprio futuro professionale, sono sempre di più quelle che scelgono deliberatamente di non avere figli. A questo punto, quindi, sarebbe utile ragionare in merito all’effettiva utilità degli slogan sulla natalità: non sarebbe forse meglio concentrarsi sull’offrire alle mamme lavoratrici forme di sicurezza del proprio posto di lavoro e sostegni effettivi alla gestione della famiglia?

E i papà?

Se quindi le mamme vivono enormi ridimensionamenti del proprio lavoro, per i papà la realtà è molto diversa. In merito alle dimissioni, nel 2021 delle più di 52mila convalide, il 71.8% si riferiscono a donne madri che rinunciano al lavoro mentre solo il 28.2% a uomini e padri. Nella fascia fino ai 29 anni, la percentuale di madri che si licenzia sale all’81%, contro l’11% dei padri.

Tra gli uomini, solo il 3% dei licenziamenti è legato alla necessità di avere del tempo per le attività di cura dei propri figli mentre il 78% delle volte la causa è da ricercare in migliori offerte lavorative. Per quanto riguarda le donne, invece, il 65.5% totale delle motivazioni dei licenziamenti è da ricercare nella difficoltà di gestione della famiglia: la situazione, quindi, è completamente diversa.

Il problema della natalità

Come già anticipato, il problema della gestione del lavoro e della maternità impongono alle nuove famiglie seri ripensamenti dei propri progetti famigliari, soprattutto in relazione al lavoro. Un ridimensionamento delle attività lavorative della donna, infatti, causano anche una riduzione dello stipendio portato a casa e non tutti possono permetterselo, soprattutto in presenza di spese fisse come il mutuo.

Mamme e lavoro: il rapporto
Rapporto Save The Children mamme e lavoro, i dati emersi sono molto preoccupanti – grantennistoscana.it

Come sostiene Antonella Inverno, responsabile delle politiche infanzia ed adolescenza di Save The Children Italia, ““L’Italia è un Paese a rischio futuro, e se è vero che il trend di denatalità non può essere invertito velocemente, è ancor più vero che è quanto mai urgente invertire il trend delle politiche a sostegno della genitorialità per non perdere altro tempo prezioso”. In Italia c’è un forte calo del numero di figli per donna, che si attesta a 1.25: questo implica un ulteriore invecchiamento della società, con le già ben note conseguenze in merito al pagamento delle pensioni.

La gioia dei figli

Secondo un’indagine realizzata da Ipsos per Save The Children, la situazione lavorativa delle donne in Italia implica che, al momento della scoperta di una gravidanza o dell’arrivo di un figlio, il sentimento di gioia che una coppia dovrebbe provare lascia spazio alla paura, all’ansia e al terrore per il futuro.

Il 43% delle madri, dopo il primo figlio, sostiene di non voler più altri figli e le cause non sono da ricercare nella precisa volontà famigliare: secondo il 40% delle madri la causa principale della rinuncia a un secondo figlio è la fatica, per il 33% di loro è la difficile conciliazione tra famiglia e lavoro e per il restante 26% è la scarsità di servizi per l’infanzia.

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