Multe autovelox, si possono davvero annullare per la distanza dal cartello? Facciamo chiarezza: tutta la verità

In caso di errata distanza tra il cartello ed il velox è possibile annullare la sanzione ricevuta? Entriamo nel merito: cosa prevede la legge

Quello relativo alle multe per violazione del Codice della Strada è certamente un argomento spinoso. A nessuno fa piacere riceverle e sono molti i casi nei quali gli automobilisti, ritenendosi nel giusto, decidono di contestarle. Chiaramente in questi casi viene applicato alla lettera quanto previsto dalla normativa e, se si tratta di un illecito acclarato, sarà difficile evitare di pagare la relativa multa.

Multe autovelox, quando possono essere annullate
Distanza tra cartello e velox, cosa prevede la legge (grantennistoscana.it / fonte ansa)

Ma vi sono situazioni che spingono gli utilizzatori di veicoli a porsi delle domande in merito alla correttezza o meno della sanzione. Uno di questi quesiti riguarda, nello specifico, la distanza tra il cartello di segnalazione della presenza di un autovelox e la posizione del velox stesso; in sostanza il ‘preavviso’, obbligatorio per legge, del fatto che lungo il percorso è presente un’apparecchiatura di controllo atta a verificare che il limite di velocità venga rispettato.

Distanza tra velox e cartello di segnalazione superiore al km: la multa può essere annullata?

Effettivamente si tratta di un quesito a suo modo lecito perché si potrebbe pensare che al di sopra di una certa distanza l’automobilista possa impugnare la multa ricevuta e farla annullare. Per certi versi è cosi ma non nella modalità di cui sopra. A definire meglio la questione ci ha pensato la Corte di Cassazione con una sentenza, emessa il 31 agosto, che va a chiarire i dettagli legati alle ‘distanze’.

Controllo con autovelox, cosa prevede la legge
Sentenza Cassazione sulle distanze cartelli-autovelox (grantennistoscana.it / fonte ansa)

Dando una sorta di risposta definitiva al fatto che tra il segnale di indicazione del controllo elettronico della velocità e il dispositivo che effettivamente ‘cattura’ la velocità stessa verificando se sia o meno superiore al limite previsto per quel tratto stradale, debba o meno intercorrere un km. La risposta è indiretta, nel senso che la distanza presa in considerazione non è quella tra autovelox e cartello di segnalazione bensì tra l’apparecchiatura di controllo ed il cartello che indica la velocità massima che si è tenuti a non superare, per l’appunto di ameno un km. Pertanto la notizia di una distanza da rispettare con il cartello che segnala la presenza di un velox è fuorviante mentre quella a cui fa riferimento la Corte di Cassazione è espressamente prevista dalle norme attuative riguardanti i controlli della velocità.

Nella fattispecie, fuori dai centri abitati deve essere mantenuta una distanza non inferiore al chilometro tra il segnale che indica il limite di velocità e la postazione che effettua il controllo della velocità stessa; questo però solamente nel caso in cui il limite di velocità stabilito sia differente rispetto a quanto il Codice della Strada prevede per la categoria di strada alla quale si fa riferimento. Inoltre, dettaglio di grande rilevanza, occorre che la distanza minima sia garantita anche a quei mezzi che, mediante manovra di svolta ad esempio da un’intersezione stradale, si immettono sulla strada.

Distanza minima e massima, cosa prevede il codice della strada

All’interno dei centri abitati oppure nelle situazioni di controlli manuali della velocità è previsto, normalmente, di rispettare tra il segnale di controllo elettronico e la postazione una distanza che sia “conforme a quanto previsto dal Regolamento di esecuzione del Codice della Strada per i segnali di prescrizione”. Si tratta di una distanza variabile in base al tipo di strada e alla sua ubicazione: per fare un esempio sui tratti urbani di quartiere è di 80 metri, che salgono a 150 per le strade urbane di scorrimento con velocità superiori ai 50 km/h. Invece sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali la distanza è pari a 250 metri. Importante è ricordare che per quanto riguarda le strade urbane, è sempre necessaria la presenza di agenti a presidio della postazione.

Cartello e autovelox: la distanza massima consentita
La distanza tra cartello del limite di velocità e velox varia in base al tipo di strada (grantennistoscana.it)

Ancora, la legge prevede che “in relazione al particolare andamento plano-altimetrico della strada e allo stato dei luoghi” sia possibile mantenere una distanza maggiore. Ad esempio situazioni nelle quali la strada versa in condizioni particolari oppure nel caso di specifiche curve può essere applicata questa parte della normativa. Per quanto riguarda invece la distanza massima consentita, indipendentemente dal contesto, essa è sia per i segnali di preavviso che di velocità pari a 4 chilometri.

Cosa occorre ancora fare

Invece non è definita nello specifico né dal Codice della Strada né tantomeno da decreti ministeriali ad hoc la distanza tra la postazione ed il precedente segnale di controllo elettronico della velocità. Bisogna andare indietro al 2007 per verificare quanto previsto in un decreto allora emanato dal Ministero dei Trasporti e successivamente promulgato, nel quale viene stabilita la necessità di predisporre una “distanza minima adeguata” atta a garantire un avvistamento “tempestivo in relazione alla velocità predominante”. Infatti all’epoca venne introdotta una legge che richiedeva la presenza di presegnalazione delle postazioni di controllo nonché una loro visibilità.

Autovelox, ancora molte ambiguità da chiarire meglio
Dal 2010 si attende un decreto autovelox ad hoc (grantennistoscana.it / fonte ansa)

Successivamente sono state introdotte delle specifiche distanze di riferimento ovvero gli 80, 150 e 250 metri. È accaduto nel 2009 per decisione dell’allora ministro dell’Interno Maroni che predispose una direttiva ad hoc per disciplinare questo aspetto. Successivamente, nel 2017, una nuova direttiva nota come Circolare Minniti è andata a sostituire quella di Maroni. Questa direttiva fornisce un’approssimazione delle regole ed infatti non può ancora definirsi ‘definitiva’. Quello che resta ancora da fare è preparare un decreto autovelox, che vada a specificare e disciplinare ogni aspetto legato ai controlli elettronici della velocità.

Questo senza che possano manifestarsi ambiguità o aspetti poco chiari. La questione è aperta sin dal 2010 e non è facile da portare avanti perché diversi aspetti vengono contestati dai comuni che chiedono un maggiore confronto in tal senso. I passi da compiere sono, dunque, ancora molti e altrettanti saranno i tavoli di confronto per arrivare a definire un decreto che sia accettato in modo omogeneo. Da qui ai prossimi anni, dunque, diverse regole in merito all’impiego degli autovelox e alle distanze da mantenere potrebbero subire modifiche parziali o radicali.

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