Olio extra vergine d’oliva: perché potremmo non trovarlo nei prossimi mesi al supermercato

L’olio extra vergine d’oliva è un ingrediente molto popolare nelle nostre cucine che, tuttavia, nei prossimi mesi potremmo non trovare più.

Nelle cucine italiane l’olio extra vergine d’oliva è un condimento molto popolare, noto per essere uno degli alimenti principali della dieta mediterranea. Oltre ad essere gustoso, presenta numerose proprietà benefiche per l’organismo che lo rendono un perfetto alleato per la nostra salute. Eppure sembrerebbe destinato a sparire dagli scaffali dei supermercati nei prossimi mesi: vediamo, insieme, per quale motivo.

La crisi dell'olio extra vergine d'oliva
Olio extra vergine d’oliva: perché potrebbe non trovarlo più al supermercato nei prossimi mesi – grantennistoscana.it

L’olio d’oliva, in particolare quello extra vergine, non è solo un semplice condimento, dal sapore ottimo, per i piatti più disparati. Si tratta di un vero toccasana per il nostro organismo. È un grasso monoinsaturo ricco di nutrienti che gode di numerose proprietà benefiche. Innanzitutto contiene vitamina E in abbondanza, in grado di contrastare fratture ossee, osteoporosi e decalcificazione.

A questa si aggiunge il betacarotene, antiossidante responsabile a sua volta della produzione di vitamina A. Il che lo rende un rimedio naturale contro l’invecchiamento della pelle, impegnato anche nella protezione della vista. Riduce il livello di colesterolo presente nel sangue e tiene lontane la patologie che interessano il cuore e le arterie. Insomma, non si limita dare un tocco in più a livello di sapore a ciò che mangiano.

Olio extra vergine d’oliva, cosa lo distingue da quello semplice?

Qual è la differenza tra l’olio d’oliva semplice e quello extra vergine? E per quale motivo bisognerebbe preferire il secondo? In molti tendono a sottovalutare le caratteristiche che distinguono le varie tipologie di questo alimento quando, in realtà, meriterebbero la giusta attenzione.

Differenza tra olio extra vergine e semplice
Che differenza c’è tra l’olio extra vergine d’oliva e quello semplice? – grantennistoscana.it

L’olio extra vergine d’oliva è quello di maggiore qualità rispetto alle alternative che ognuno di noi si ritrova davanti al supermercato. Chiamato anche EVO, viene prodotto dalla spremitura delle olive attraverso processi meccanici. La principale differenza con il semplice olio d’oliva risiede nella composizione organolettica: a differenza di quest’ultimo, l’olio extra vergine durante la realizzazione non perde le proprietà del frutto originario.

L’olio d’oliva, invece, è il risultato della raffinazione di un olio lampante (ossia non commestibile) che passa per l’uso di solventi chimici ai quali si ricorre per deodorarlo e deacidificarlo. Successivamente viene mescolato con una piccola quantità di olio extra vergine o vergine, così da dargli un sapore, un odore ed un aspetto più gradevoli. Solo a questo punto potrà essere consumato, sebbene abbia perso tutte le sue qualità.

L’Italia, insieme a Paesi come la Spagna, figura tra le principali produttrici di olio d’oliva, tipico delle aree mediterranee. Vista la sua popolarità – e considerando tutti gli effetti benefici che è in grado di esercitare sull’organismo – la notizia relativa alla sua possibile scomparsa dai supermercati ha destato non poco scalpore. Ma cosa sta succedendo?

Per quale motivo l’olio extra vergine d’oliva potrebbe sparire dagli scaffali

Già alla fine dello scorso anno la Spagna aveva lanciato un preoccupante allarme, giunto in particolare dall’Unione dei piccoli agricoltori e allevatori (UPA). La siccità che sta colpendo il Paese (come accade in molti altri per via della crisi climatica) ha messo in serie difficoltà i produttori.

La crisi dell'olio extra vergine d'oliva
La crisi che ha colpito i produttori di olio d’oliva – grantennistoscana.it

L’assenza di piogge, unite alle temperature da record del 2022, hanno intaccato il lavoro degli agricoltori, tanto da spingere alcuni di loro a decidere di portare avanti la produzione solamente per uso personale. È stato registrato un calo significativo e, la maggiore conseguenza, è senza dubbio l’aumento progressivo dei prezzi. Ora, il problema si sta facendo sentire anche in Italia e gli esiti potrebbero essere catastrofici.

Lo scorso ottobre l’Associazione Italiana dell’Industria Olearia (Assitoil) aveva messo in guardia i cittadini spiegando che la produzione rischiava di andare incontro ad una drastica diminuzione. Recentemente, è stato condiviso un nuovo annuncio, nel quale sono state fornite ulteriori delucidazioni.

Il comunicato dell’Assitoil

“È crisi per l’olio extra vergine d’oliva. Colpa della disastrosa campagna olearia, su sui hanno inciso siccità ed episodi di meteo estremo, e dei rincari della materia prima” si legge nel comunicato.

La crisi dell'olio extra vergine d'oliva
L’annuncio dell’Assitoil – grantennistoscana.it

Tra aumento dei prezzi ed emergenza ambientale, gli agricoltori sono preoccupati all’idea di non essere in grado di fornire l’alimento nei prossimi mesi. Il calo di produzione, nel Bel Paese, ha raggiunto il 30% di olio d’oliva in meno.

Quanto accaduto in Spagna alla fine dell’anno scorso ha inciso notevolmente sulla situazione attuale. Come spiegato dall’Assitoil: “Questa contrazione record ha generato l’impennata verso l’alto dei costi della materia prima, cui si sono aggiunti i rincari energetici e quelli del confezionamento“. Di conseguenza, la disponibilità di olio d’oliva ha raggiunto livelli molto bassi e, come se non bastasse, “il quadro è destinato a peggiorare”.

Nell’annuncio, l’Associazione ha sottolineato quanto sia importante la cooperazione in tutta la filiera che, per esempio, dovrebbe evitare le offerte sottocosto così da garantire che il commercio di olio d’oliva possa andare avanti senza intoppi aggiuntivi. L’appello si rivolge anche agli acquirenti, i quali sono stati invitati a non fare “scorte” in preda all’ansia di non poter più acquistare il prezioso ingrediente, in modo da permettere anche ad altri clienti di fare compere. Infine, è sempre consigliato prediligere i produttori locali.

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