Pensione facile grazie agli anni di contributi in più: sfrutta subito questa opportunità per lasciare il lavoro

Non tutti lo sanno ma c’è un modo semplice per andare in pensione prima grazie a dei contributi extra. Vediamo i dettagli.

Grazie ad una categoria particolare di contributi extra, è possibile raggiungere prima i requisiti per poter andare in pensione. In questo articolo vi spieghiamo cosa bisogna fare.

In Italia il mondo delle pensioni è regolato dalla legge Fornero, entrata in vigore nel 2011. Secondo la legge dell’ex ministro del Governo Monti, si può andare in pensione a 67 anni ma solo se gli anni di contributi sono almeno 20. Diversamente si dovrà continuare a lavorare in alcuni casi anche oltre i 70 anni.

Come andare prima in pensione
Come andare in pensione anticipata: i requisiti (grantennistoscana.it)

Le misure di pensione anticipata non mancano ma tutte fanno sconti sull’età anagrafica piuttosto che sugli anni di contributi. Con Quota 103 – che presto lascerà il posto a Quota 104- si può uscire dal lavoro a soli 62 anni purché gli anni di contributi siano almeno 41. Con Opzione donna, invece, il requisito contributivo deve essere pari almeno a 35 anni mentre servono non meno di 36 anni di contributi per accedere alla pensione anticipata con Ape sociale.

In ogni caso queste ultime due forme di prepensionamento si rivolgono solo a categorie specifiche. Come fare se si hanno pochi contributi? Un modo c’è ma in pochi lo sanno.

Pensione facile con i contributi extra

È sempre più frequente la situazione di persone che lavorano in modo saltuario, che iniziano a lavorare tardi o che attraversano lunghi periodi di disoccupazione. Tutti costoro difficilmente riusciranno ad avere un montante contributivo sufficiente per accedere alla pensione. Come fare? Scopriamolo insieme.

Pensione facile con i contributi extra
Ecco come raggiungere i contributi per andare prima in pensione/ Grantennistoscana.it

Un modo “facile” per raggiungere i contributi necessari alla pensione, consiste nel versarseli da soli, cioè pagandoli di tasca propria. Si tratta dei cosiddetti “contributi volontari”. I lavoratori disoccupati o che, per qualunque ragione, hanno dovuto prendere un congedo non retribuito e hanno interrotto l’attività lavorativa, possono fare richiesta all’Inps per versarsi i contributi volontari.

Durante i regolari periodi di lavoro, invece, non è possibile versare i contributi volontari che, altrimenti, andrebbero a sommarsi a quelli già versati dal datore di lavoro. Solo chi lavora part time o i lavoratori autonomi del settore agricolo possono versarsi i contributi volontari anche durante l’attività lavorativa. Il versamento è molto semplice: l’Inps, una volta accolta la richiesta, vi invierà a casa dei bollettini. Non si può pagare in un’unica soluzione: i pagamenti devono essere trimestrali.

Per poter versare i contributi volontari è necessario:

  • avere almeno 5 anni di contributi effettivi;
  • almeno 3 anni di contributi effettivi devono essere stati versati nei 5 anni antecedenti alla richiesta di versamento dei contributi volontari.

In questo modo sarà, ad esempio, possibile raggiungere i 20 anni di contribuzione necessari per ricevere la pensione a 67 anni come stabilito dalla legge Fornero. Nel caso di una contribuzione tale da raggiungere un assegno previdenziale pari almeno a 2,8 volte l’importo dell’Assegno sociale, si potrà ricevere la pensione già a 64 anni sempre con almeno 20 anni di contributi.

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