Tennis | “Problemi mentali”, uno dei migliori al mondo gela tutti i fan

Un tennista molto importante ha creato preoccupazione nei fan parlando di “problemi mentali”, si accende una interessante diatriba.

Può il tennis diventare causa di difficoltà psicologica? Di certo si tratta di uno sport dove bisogna mantenere sempre molto alta l’attenzione, evitando di ritrovarsi a cedere di fronte a un avversario più forte sotto quel punto di vista.

pallina da Tennis
Tennis, “Problemi mentali” (GranTennisToscana.it)

Le parole del tennista riaprono una discussione su uno sport che rischia a volte di essere psicologicamente davvero devastante. Questo perché è uno dei pochi sport al mondo dove ci si trova per ore di fronte a un altro uomo in una sfida uno contro uno lanciando e rilanciando una panchina con pochissime soste tecniche.

Prendete il calcio, sicuramente è imparagonabile. La grandezza del campo e la presenza di ventidue calciatori rende il match pieno di momenti vuoti che possono portare a rifiatare e riuscire a vivere tutto con meno pressione psicologica che nel tennis. Qui le soste praticamente non esistono e nemmeno nel doppio. Andiamo a leggere le dichiarazioni che hanno fatto il giro del web.

Le parole del tennista preoccupano, “problemi mentali”

Lo spagnolo Carlos Alcaraz ha ceduto il passo al numero uno al mondo Novak Djokovic nella semifinale del Roland Garros 2023. Dopo essere andato sotto Alcaraz aveva pareggiato al secondo set, 1-1, per poi mollare. Infatti i crampi hanno iniziato ad avere la meglio su di lui, impedendogli di dare il meglio e perdendo col risultato finale di 3-1 con terzo e quarto set complicatissimi da accettare.

la preoccupazione per le parole del tennista
Le parole del tennista preoccupano (ANSA) GranTennisToscana.it

A fine partita Novak ha specificato a L’Equipe: “Fisicamente sto benissimo, il problema della partita è stato mentale. Non mi sono preparato come dovevo al match che mi attendeva, mi sono messo addosso troppa pressione. Se ai primi due set, che sono stati duri, aggiungi tutta questa tensione supplementare succede poi quello che è accaduto. I crampi erano dovuto alla tensione. Per giocare contro un avversario così devi dare il massimo“.

Carlos Alcaraz, tanto ancora da dare

Carlos Alcaraz si può dichiarare comunque soddisfatto di aver tenuto testa nei primi due set a un campione assoluto come Novak Djokovic. Il tennista spagnolo è nato il 5 maggio del 2003 a El Palmar e dunque ha ancora 20 anni, si potrà togliere grandissimi soddisfazioni. Pensate che a diciannove anni ha vinto gli Us Open diventando il tennista più giovane della storia a raggiungere il primo posto nel ranking ATP. La percentuale di vittorie nei match disputati è incredibile, 78.13% con 125 successi e 35 sconfitte.

Carlos Alcaraz concentrato
Carlos Alcaraz, tennista classe 2003 spagnolo (ANSA) GranTennisToscana.it

Oltre agli Us Open, unico grande slam vinto per ora, ha vinto anche altri nove titoli nei circuiti 250. Tecnico e di grandissima intelligenza ha sempre dichiarato di ispirarsi a Rafael Nadal anche se alla fine è molto diverso dall’estroso e fisicamente dominante connazionale. Al momento va considerato come uno dei talenti più limpidi che si preannunciano a dominare la scena del tennis nei prossimi 15 anni. Oggi è secondo nella classifica Atp mondiale dietro solo appunto Novak Djokoic e davanti talenti del calibro di Daniil Medvedev, Casper Ruud, Stefanos Tsitsipas e Holger Rune.

L’altro precedente

Eppure non era la prima volta che Carlos Alcaraz affrontava il campione Novak Djokovic, anzi nel precedente incontro tra i due era stato lui a vincere, a imporsi. Per parlare di questo dobbiamo tornare indietro al 7 maggio del 2022 quando in casa a Madrid il giovane spagnolo si imponeva col risultato di 2-1 contro il fortissimo serbo. In quell’occasione i due si erano affrontati sulla terra battuta per il torneo Atp Madrid Masters. Lo spagnolo avrebbe poi vinto il torneo imponendosi in finale per 2-0 contro il tedesco Zverev.

Carlos Alcaraz carriera
Carlos Alcaraz, le sue vittorie (ANSA) GranTennisToscana.it

Fu una clamorosa vittoria in rimonta per Alcaraz che era andato sotto 1-0 dopo il primo set. Non era stato facile per Djokovic che per superare l’avversario aveva dovuto superarlo per 7-5 al tie break. Nel secondo set invece riusciva a vincere per 7-5 e controsorpassava l’avversario grazie a un altro tie break vinto 7-5 stavolta al terzo. Fu una gara molto equilibrata, ma diversa da quella recente. Questo perché si giocava al meglio dei tre e non dei cinque, con dunque la necessità di una tenuta differente e in cui era più difficile imbattersi nei problemi raccontati dall’iberico.

Alla fine Djokovic vince il Roland Garros

La sconfitta di Carlos Alcaraz può trovare un leggero sospiro di sollievo per il fatto che alla fine Novak Djokovic ha vinto il Roland Garros in una finale stradominata. Il serbo infatti si è imposto addirittura per 3-0 contro il numero 4 al mondo Casper Ruud. La gara era iniziata con qualche difficoltà di troppo, il norvegese aveva portato Nole al tie break dove però era crollato addirittura per 7-1. Questo aveva fatto calare la motivazione di Ruud che usciva dal secondo set sconfitto per 6-3.

Novak Djokovic bacia la coppa
Novak Djokovic vince il Roland Garros (ANSA) GranTennisToscana.it

Nel finale però Ruud aveva provato a rialzare la testa, dimostrando comunque grande attenzione e voglia di far bene. Era stato costretto ad alzare bandiera bianca comunque, perdendo anche il terzo set, ma aveva combattuto chiudendo per 7-5. Alla fine dunque per Ruud arrivò questa piccola consolazione cioè di vedere che Nole è ancora il numero uno al mondo. Le sue parole dopo la gara sono quelle di un ragazzo giovane che ha dimostrato grande rispetto per un grande avversario, ma soprattutto un’umiltà al di fuori della normalità.

Proprio per questo motivo dobbiamo riflettere sul fatto che Alcaraz avrà una carriera strepitosa dove potrà lottare per raggiungere i risultati di mostri sacri come Djokovic stesso, Federer e Nadal. Da questo a raggiungerli però ci corre molto tempo e allenamenti durissimi, perché sebbene i presupposti della sua carriera siano buonissimi per raggiungere dei campioni del genere ci vuole tempo, dedizione e soprattutto risultati che non sono affatto scontati.

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